30/03/09

2013: NUOVA MOBILITA' IN FIEMME?


I mondiali del 2013 dovranno caratterizzarsi per un cambio di stile nel nostro modo di “mobilitarci”. Parola di Alberto Pacher, vicepresidente P.A.T. nonché assessore ai trasporti, che sabato scorso, 28 marzo, a Ziano, ha aperto il lavori del convegno sulla mobilità sostenibile in val di Fiemme. Bene, anzi benissimo. Era ora. Tra i paesi alpini l’Italia, quanto ad auto-mobilità individuale, manco a dirlo, spicca infatti al primo posto. Siamo i più maleducati d’Europa. Se potessimo useremmo la “macchina” finanche per andare al cesso. Certo l’ingerenza della Fiat nelle politiche dei trasporti dei governi del Belpaese non ha agevolato nel tempo né lo sviluppo dell’intermodalità, né il formasi di un sentire collettivo del rispetto ambientale. E il full immersion nel falso mito di libertà rappresentato dall’automobile, in cui l’ingannevole pubblicità ci sta affogando da decenni, non contribuisce a farci prendere coscienza dei clamorosi problemi che l’auto-mobilità individuale ha generato e continuata a generare. Ma finalmente, pare, siamo al capolinea. Ora la misura è colma. Impossibile proseguire. I dirigenti dell’umano gregge nostrano hanno capito che è necessario cambiare. Il tempo è propizio. La crisi economica in atto e la non più così influente lunga mano della multinazionale torinese negli affari generali nazionali dovrebbero facilitare il trapasso verso qualcosa di alternativo e di migliore. Le diverse voci presenti al convegno di Ziano hanno cantato all’unisono. In particolare Massimo Girardi (Transdolomites) e Marcella Morandini (Convenzione delle Alpi), snocciolando dati incontrovertibili, hanno contribuito a rafforzare l’idea che il vento, anche per noi, stia davvero cambiando. Lo speriamo vivamente. Anche la P.A.T. sembra appunto essersene convinta e l’ente pubblico provinciale – ha assicurato Pacher – farà la sua parte. Ottimo. Turismo e mobilità – dice bene Girardi – nel territorio alpino e dolomitico, si condizionano vicendevolmente. Sono ovviamente importanti fattori economici e sociali ma al contempo la loro sinergica azione di lancio e rilancio si ripercuote negativamente sulla salute e sull’ambiente. A questo punto però il turismo, pena un’inesorabile de-qualificazione, necessita vengano date immediate (e giuste) risposte a una mobilità che sta pesantemente condizionando la qualità della sua offerta. Non bastano – continua infatti Girardi – gli alberghi a 4 stelle se poi all’interno dei nostri paesi le auto negano al turista la tranquillità. Giusto. Ma basterà invece la volontà politica di cambiare? Evidentemente no. Il percorso verso la redenzione dovrà superare l’ostilità di una massa imponente di persone auto-dipendenti difficilmente intenzionate a cambiare abitudini. E se è vero che per raggiungere l’obiettivo di una mobilità alternativa modulare ed eco-compatibile è fondamentale operare su strutture e infrastrutture di supporto, lo è altrettanto, e forse di più, che nel mentre si procede alla loro realizzazione venga intrapresa una massiccia azione di risveglio delle coscienze individuali assopite. Qui entrano in gioco scuola e amministrazioni locali. Perché per ostacolare per quanto possibile la nefasta azione della pubblicità bisogna agire attraverso una lenta azione culturale di disintossicazione, attraverso l’informazione capillare e attraverso l’esempio. Per cambiare è fondamentale entrare in un altro ordine di idee. Il mezzo pubblico infatti, per quanto tarato e studiato sulle esigenze di una mobilità sempre più complessa e interconnessa, non riuscirà mai a soddisfare la pigrizia individuale al pari dell’automobile privata. Per raggiungere l’obiettivo prefisso serve che disciplina, consapevolezza e volontà diventino patrimonio di tutta la collettività e che, per esempio, l’assoggettamento ad un orario prestabilito ed il viaggiare su un mezzo pubblico non vengano più percepiti dalla maggioranza della cittadinanza come penalizzazione o equivalenza di inferiorità nei confronti di chi si muove “liberamente” in auto, ma viceversa come azioni di emancipazione sociale virtuose e progressiste. E per il principio d’autorità soltanto quando anche chi amministra si convincerà pienamente della superiore e improcrastinabile necessità di una mobilità alternativa e avrà la capacità di trasmetterla alla cittadinanza sarà possibile puntare e poi raggiungere l’obiettivo. Ma se invece gli amministratori, che a parole sostengono il cambiamento, inconfessabilmente di ciò convinti non sono e, ad esempio, evitano sdegnosi di usare il mezzo pubblico e fanno un uso improprio dell’auto privata, o ancora, se iniziative virtuose quali Mobilityamoci vengono lanciate senza che da parte degli insegnanti si pretenda che alunni e genitori vi aderiscano appassionatamente e senza defezioni, e chi più esempi ha più ne metta, per quanti progetti e infrastrutture si potranno proporre e realizzare la mobilità alternativa di fatto si concretizzerà soltanto nell’ennesima trovata pubblicitaria da far girare sui depliant dei prossimi campionati di fondo o poco più.

L’Orco

3 commenti:

  1. Caro Orco, sono d'accordo. Il fatto stesso che tutti siano politicamente concordi sul fatto che si debba cambiare è gia una garanzia che non si cambierà nulla. Il Paese e il Trentino si trascinano dietro errori/orrori del passato e non hanno sufficiente immaginazione per migliorare il futuro. I mondiali sono fin troppo vicini, ora valgono come pretesto. Fra un pò saranno un'opportunità mancata. Al di là di queste impressioni, è l'incertezza su cosa sia effettivamente sostenibile ed ecologico a frenare ogni cambiamento. Ti chiedo ad esempio se disponi di informazioni dettagliate sull'effettivo costo energetico/ambientale dei vari mezzi di trasporto in rapporto alla sua capacità (non riesco a trovarle sul web). Come faccio a sapere se un treno inquini meno dell'equivalente in macchine? Costruire un treno richiede energia, richiede petrolio, e in qunatità superiori alle macchine. Quante persone e quanti km devo percorrere per recuperare il costo energetico di costruzione? E poi se il treno è elettrico quanto petrolio e gas devono bruciare le nostre centrali per farli funzionare? Tutti questi sono problemi complessi, da ingegneri e che cercano risposta. Possiamo agire sulle coscienze certo, ma convincerle a muoversi nella direzione giusta presuppone che si sappia quale essa sia.

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  2. Come sempre l'acume di Eugeny si fa distinguere. Tali studi sono davvero difficili da realizzare e non forniscono un risultato certo. Normalmente la mobilità elettrica è preferibile a quella a combustione, se non altro perché la peggiore delle moderne centrali ha un'efficienza molto più alta dei migliori motori a scoppio. Il risultato finale dipende però dalla struttura dell'intero settore elettrico e da quante persone utilizzano effettivamente il trasporto pubblico: per questo la sola realizzazione di una linea ferroviaria non garantisce un miglioramento se non è accompagnata dal cambiamento nella mente delle persone.
    Non sono riuscito per ora a trovare studi specifici, ma un'idea generale sulle problematiche la si può ottenere da un rapporto IPCC di cui ti lascio il link:
    http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar4/wg3/ar4-wg3-chapter5.pdf
    Non ho avuto il tempo di leggerlo, ma sembrano esserci delle considerazioni generali utili.

    Se riuscirai a trovare qualcosa di più specifico, fallo sapere.

    Saluti,

    L.

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  3. Oltre all'effettivo costo energetico che le nuove proposte comporteranno, c'è da considerare l'impatto che esse avranno sull'ambiente valligiano; navigando sul web ho trovato alcune, seppur frammentarie, informazioni sulle nuove strutture che verranno realizzate, a rigurdo delle quali però si tralascia di specificare quali aree verranno sacrificate per la costruzione di parcheggi, nuovi edifici e altro. Infatti si parla di trasporto pubblico "pulito" lungo la statale 48 parlando solo superficialmente dei collegamenti che saranno realizzati tra la fondovalle e i paesi stessi. Come è facile intuire questi ultimi comporteranno la distruzione di alcune importanti aree dal punto di vista naturalistico che verranno irrimediabilmente coperte da tonnellate di asfalto...però i collegamenti sarannoa idrogeno.
    La mia domenda è:c'è qualcuno che può dirmi se tutto ciò e vero?

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