04/01/09

WANTED


Alla fine carabinieri e polizia si sono arresi e hanno gettato la spugna. L’inchiesta passerà direttamente nelle mani del S.SE.T. (servizio segreto teserano). L’ultimo recentissimo inqualificabile atto di vandalismo perpetrato ai danni del presepio in grandezza naturale di piazza Battisti ha determinato il passaggio dell’inchiesta, che da tempo brancolava nel buio, dalle forze di polizia governative all’intelligence locale. Un salto di qualità deciso in tutta fretta dalla giunta comunale di Tesero convocata d’urgenza nella notte di Capodanno. Per corroborare il frenetico lavoro degli investigatori la Giunta ha deciso di mettere una taglia di € 500,00 sulla testa degli anonimi (ancora per poco) criminali. La notizia ha fatto rapidamente il giro del piccolo borgo montano scatenando isteriche reazioni di sdegno ed esecrazione. Nel paese si sono subito attivate ronde di improvvisati bounty killer che nottetempo si aggirano lungo i collegamenti tra le Corte alla ricerca di un segno, di una traccia, che tradiscano il/i criminale/i, nonché gruppi di cecchini che dal tetto della Cassa rurale, sorvegliano a distanza di fucile la piazza. In questo clima da caccia all’uomo abbiamo saputo, da fonti interne all’agenzia spionistica locale, che si stanno battendo tutte le piste possibili, nessuna esclusa. Ma due sono quelle più accreditate. La prima, procedente all’interno di un torbido scenario di solitudine, vedrebbe protagonista degli efferati episodi un borderline locale che, accecato dall’ira per la condizione privilegiata del piccolo Gesù, riscaldato da un bue e un asino e attorniato da amorevoli personaggi, cadrebbe preda di un irrefrenabile raptus distruttivo. Sarebbe il contrasto tra la sua condizione di emarginato e gli agi di cui godono il Bambinello e la Sacra famiglia, a fare da innesco alla violenta reazione ogniqualvolta lo sconosciuto si trovasse a passare davanti alla santa capanna. La seconda pista che il S.SE.T. sta battendo porta nientemeno che a Gaza. Dietro le orribili mutilazioni inferte alle statue si nasconderebbero attivisti palestinesi di Hamas, che, nulla potendo contro l’impressionante potenza di fuoco dell’esercito israeliano, quale rappresaglia indiretta per gli smembramenti umani di bambinelli palestinesi in carne ed ossa, avrebbero deciso di reagire contro il simulacro della Natività che fu all’origine di quell’odio millenario che sta determinando, per l’ennesima volta, un bagno di sangue di vittime innocenti. Da indiscrezioni esisterebbe infine un terzo filone d’indagine, sul quale però gli inquirenti mantengono la massima cautela. I sacrileghi vandalismi, in questo caso, sarebbero da ascrivere alla microcriminalità locale, dietro cui non si celerebbe alcuna rivendicazione sociale od ideologica. Ma semplicemente frutto della noia e della frustrazione sempre più diffuse tra la gente del posto. Su questa pista però, ripetiamo, vige il più stretto riserbo.

Ario Dannati

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