07/01/09

CAPITALISMO E PACIFISMO


Non sappiamo ancora se l’attuale crisi economica sia paragonabile a quella devastante del 1929-32 o se si tratti di una normale crisi ciclica destinata a risolversi presto. Se la prima ipotesi dovesse rivelarsi fondata, è utile riflettere su quanto accadde in quegli Anni Trenta, non perché la storia si ripeta tale e quale ma perché esistono comunque delle costanti che chi ragiona di politica non può ignorare. La vulgata propinata nelle scuole afferma che dalla crisi si uscì grazie alle misure prese dal New Deal di Roosevelt, misure sostanzialmente keynesiane. Fu una svolta significativa, come lo è l’attuale intervento statale a salvare banche e imprese dopo trent'anni di martellamento ideologico sul Mercato che si autoregola. Fu una svolta significativa ma non risolutiva. Nel 1939 il Pil degli Usa era ancora inferiore a quello di dieci anni prima. Dalla crisi si uscì veramente grazie alla Seconda Guerra Mondiale. Fu un affare colossale per l’alta finanza e la grande industria americane. Mentre i nazisti sterminavano milioni di giudei, slavi, zingari, gli ebrei e i massoni che contavano rimettevano in piedi un sistema fortemente scosso, con la guerra e il grandioso affare della ricostruzione. La guerra mondiale fu l’occasione per ripristinare un sistema ferito a morte. Mutatis mutandis, la storia potrebbe ripetersi. Se i normali strumenti per rimettere in moto la globalizzazione del capitale non dovessero essere sufficienti, una guerra capace di provocare il più diffuso macello di carne vivente che il pianeta abbia visto dai tempi dell’estinzione dei dinosauri sarebbe la soluzione più probabile. Una guerra senza Guerrieri, del tutto anacronistici da quando non si combatte più con la clava e con la spada, una guerra di droni, di robot, di ordigni teleguidati, di veleni chimici e radioattivi. Marciume e merda, non sangue di Eroi. I detonatori sono già tutti pronti nel grande vortice che configura un cerchio col centro nella penisola arabica, la culla delle civiltà e delle grandi religioni monoteiste. La circonferenza passa dal Caucaso, scende fino alla penisola indiana comprendendo Afghanista e Pakistan, piega verso ovest includendo Iran e penisola arabica, si stende sull’Africa orientale (Somalia, Etiopia, Sudan), risale attraversando il Mediterraneo all’altezza del mare Adriatico, punta a est comprendendo la penisola balcanica, si chiude di nuovo nel Caucaso passando per il confine russo-ucraino, destinato a diventare caldissimo. Se divamperanno senza più controllo tutte le tensioni già innescate in questa vasta area, esploderà il mondo intero. Ecco perché mobilitare tutte le energie ancora non ottenebrate dal lavaggio del cervello e dall’inciucchimento da droghe, per cercare di imporre la pace, o di impedire che scoppi un conflitto incontrollabile, è un obiettivo di primaria importanza. Non sarebbe il pacifismo generico delle anime belle. Niente da spartire con gli arcobaleni. Sarebbe la lucida strategia rivolta a impedire che le centrali dell’Impero tricefalo, New York, Londra, Tel Aviv, ricorrano al solito strumento estremo che consenta loro di rimettere in piedi il meccanismo che ci sta stritolando, perpetuando il folle pendolo della produzione frenetica cui segue la distruzione per ricostruire secondo la stessa delirante coazione a ripetere. Lottare per la pace significa impedire ai Signori della finanza di uscire a modo loro dalle strettoie che essi hanno creato. Significa smascherare la realtà della follia in cui ci hanno scaraventati, perchè la crisi economica non è una sciagura da cui uscire il più presto possibile ma l’occasione di una svolta finalmente radicale: fare della crisi del capitalismo la fine della modernità. Si delinea un obiettivo unificante per le opposizioni vere: imporre la pace perché la crisi faccia il suo corso fino in fondo.


Luciano Fuschini

2 commenti:

  1. Se la seconda guerra mondiale fu un grande affare per gli States il merito è della Vecchia Europa, rissosa e fascista. Messa così nel testo sembra che l'avessero voluta gli avidi imprenditori americani. Non fu così.
    La II GM poi non ripristinò assolutamente nulla del vecchio regime, se non forse le leadership: cristiano-ebraiche, post-fasciste e comuniste.
    Per quanto possa piacere a molti questa che viviamo non è LA crisi del Capitalismo, ma una semplice crisi economica.
    Infine, la modernità è morta gia da un bel pò...

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  2. L'articolo non afferma affatto che la II GM fosse voluta dagli imprenditori, ma piuttosto che essa fu per loro un affare colossale, e questo è innegabile... E la politica degli Stati Uniti nel secondo dopoguerra è la dimostrazione lampante che questo è vero!
    Per il resto, sarebbe bello non tanto che questa diventi LA crisi del capitalismo, ma LA crisi di QUESTO capitalismo, che impostato così non è sostenibile, tanto socialmente quanto ecologicamente...

    lorenzo

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