04/07/08

I DELINQUENTI FUORI E I BAMBINI DENTRO


Riassumiamo. Da anni ci frantumano gli zebedei che i delinquenti sono liberi mentre le brave persone sono chiuse in casa terrorizzate. Da anni e anni non c'è sera che ogni telegiornale non ci ripeta questa solfa. Così abbiamo visto i paladini della tolleranza zero vincere le elezioni in carrozza e qualche manigoldo di sinistra prendersela con i lavavetri o i venditori di borsette false. Eleganti direttori di giornali sono andati in tivù a dire: eh, la paura percepita! Poi tornavano ai loro giornali a lavorare alacremente per farne percepire di più. Un fortunato libro sulla «casta» ha denunciato schifosi privilegi tirando anch'esso la volata al nuovo governo law & order, che come prima decisione rende impunibili i più alti vertici della casta. Tra la gente, nei discorsi di tutti i giorni, alcune fantasiose varianti sul tema sicurezza: e se la violentata era tua sorella? Se la vecchietta scippata era tua madre? Se il pirata della strada investiva tuo figlio? A coronamento di cotanta propaganda, la proposta del governo presieduto dall'editore di quegli stessi telegiornali che hanno disseminato paura a piene mani, è di bloccare i processi per tutti i reati punibili con meno di dieci anni avvenuti prima del giugno 2002. Dunque se la violentata era tua sorella, la scippata tua madre e l'investito tuo figlio - ma prima del giugno 2002 - la certezza della pena puoi infilartela in quel posto tipo l'ombrello di Altan. Per il solo fatto che il capo del governo ha un processo in corso, migliaia di delinquenti rischiano di farla franca. Solo sei mesi fa avremmo visto titoloni roboanti in tutti i tg del regno, scandalo, raccapriccio, dove andremo a finire, che vergogna, la gente ha paura e i delinquenti sono impuniti! Conduttori con gli occhi fuori dalle orbite, indignati speciali, strali e anatemi. Oggi la certezza della pena non tira più. E non c'è stupratore, rapinatore o scippatore - ante 2002 - che non si trovi d'accordo con il governo della tolleranza zero. Ma i bambini rom possono lasciare qui le impronte, grazie. Sapete, è per la sicurezza.

Alessandro Robecchi

03/07/08

DA LA CALONEGA SIN TE MERISOL


Negli anni Trenta-Quaranta del secolo scorso, salendo dalla Canonica di Tesero verso est sino alle ultime case di Merisol e Noval, grazie a una più unica che rara progressiva coincidenza dei soprannomi delle famiglie ivi residenti, i burloni dell’epoca concepirono (bella forza!) la seguente ridicola sequenza di senso compiuto:

’l Parroco ’l Mola ’l Gato, Grosso, Rosso, Biso e Mato

Legenda:

Parroco = Canonica
Mola = Casa Braito (vedi foto)
Gato = ex Casa Longo (Riccardo, detto Gato) attuale casa Gianlino Deflorian
Grosso = Casa Mich (Primo)
Rosso = Casa Ciassani parte Sud (Paolino Paluselli, detto il Rosso)
Biso = idem (Elisabetta Zanon, detta la maestrina del Biso)
Mato = Casa Ciassani parte Nord (Giuseppe e Venturino, detti i Bepati)

02/07/08

ITALIA, CREPA!


La stampa di quattro giorni fa riportava le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi riguardo il penoso malessere che, poverino, lo affligge in questa tormentata attesa di rinvii a giudizio e sentenze giudiziarie: "ho barche sulle quali non ho quasi mai messo piede, case che ho visto una volta sola, una famiglia che si gode la vita. Sono l'unico costretto a non avere tempo libero" (Corriere della Sera). Intanto un ramo del parlamento ha approvato l'ignobile legge che rende immune lui e le più alte cariche dello Stato dalle indagini della magistratura (ignobile non perchè sia tale l'istituto dell'immunità in sè, ragionevole e necessario quando il potere politico poteva essere messo sotto ricatto da giudici asserviti al governo, roba dell'Ottocento; ignobile e inaudita perchè fatta su misura per salvare Silvio dai suoi guai di disinvolto imprenditore, lui che ora vorrebbe asservire le toghe all'esecutivo separando le carriere). E' in ballo un'altra, vergognosa legge-bavaglio contro le intercettazioni, fatta apposta per nascondere i traffici da consorteria e da bordello che allignano copiosi nelle foresterie di potenti, e che va a genio a quella classe, irresponsabilizzata e predonesca, di banchieri e uomini d'affari che lucrano, manovrano e inciuciano coi "rappresentanti del popolo", servendosene come paggi di un potere senza controllo. Si profila una sospensiva dei processi che, in un colpo solo, mette uno sfacciato frego alle tonnellate di retorica sulla "sicurezza" che ci hanno propinato in tutte le salse, mai includendovi quei reati come la corruzione, gli abusi e le scelleratezze dei colletti bianchi non meno odiosi di scippi, furti, rapine e immigrazione clandestina di criminali comuni e stranieri dipinti come emergenza sociale (e Silvio, come prima di lui quello statista al caviale di Giuliano Amato, va ossequioso da Gheddafi a sborsare altri soldi che il Colonnello libico s'intasca senza diminuire di un sol uomo gli sbarchi sulle nostre coste). Il dipendente della congrega bancaria internazionale, l'integerrimo presidente di Bankitalia Mario Draghi, continua senza sosta a sommergerci d'inviti alla crescita economica spiegando gli effetti nefasti della crisi dei mutui Usa, omettendo però di dirci che quella crisi e il marasma finanziario in cui perennemente viviamo sono il frutto purissimo delle scelte fatte da lui e dai suoi colleghi di Francoforte, Washigton e Pechino. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, bontà sua, "si preoccupa" della "mancanza di dialogo" nel Paese. Ma quale dialogo, dio buono, quando nella penisola si moltiplicano le rivolte contro basi Usa, inceneritori, grandi opere devastatrici, Gomorre, abusivismi palazzinari, specchiati professionisti che fanno affari sulla pelle della gente (letteralmente: lo scandalo della clinica Santa Rita di Milano è l'ultimo della serie), interi pezzi della società civile lottizzati da camorre private e partitiche, fino allo sfascio generalizzato di un senso comune velinaro e puttaniere che produce giovani la cui massima aspirazione è un posto da tronista in televisione. Ci spremono perchè il petrolio sale. Ci rimproverano, neanche tanto velatamente, con servizi televisivi e articoli di giornale in cui gridano al declino perchè non riempiamo gli alberghi, non facciamo man bassa nei supermercati, non consumiamo abbastanza, non facciamo girare l'economia. Ci pisciano in testa ogni santo giorno blaterando di pace, democrazia universale, diritti del cittadino, nuovo ordine globale, Europa dei consumatori, deserto dei valori, sviluppo dei paesi poveri, libertà d'informazione, rispetto della natura e tutto il caravanserraglio di buonismi e ipocrisie che sono un modo per occupare la scena affogandoci di parole al vento. Questa è l'Italia. Questo è il mondo in cui siamo avviluppati e che ogni persona sana di mente non può sentire come proprio. Questo è l'iceberg di un disagio profondo e capillare di cui a bagliori intermittenti ogni povero cristo si rende conto ma contro cui ci sentiamo impotenti. E questo è l'ennesimo articolo che scrivo con la penna intinta in una stanca e sudata indignazione. Gli Italiani si meritano tutto questo. Così come i loro simili di un pianeta plasmato tutto sull'unico modello con l'unico ordine di massa "taci, lavora e non pensare". Il senso è morto. Non resta che il sesso, il gossip, i soldi e il miraggio della vita facile. Sapete che vi dico? Crepa, Italia.

Alessio Mannino

29/06/08

FLEIMSTALER SICHERHEITSKORPS


La notizia, negli ambienti militari fiemmesi, circolava da tempo, rigorosamente sotto traccia. Ma anonimi delatori avevano pubblicamente segnalato strani movimenti di truppe in esercitazione notturna in diverse località della valle: a Malgola in quel di Predazzo, nei pressi di Barco, tra Panchià e Tesero, e financo a Cugola nel comune di Daiano. Il tam-tam fu rapido e in breve il top secret si trasformò nel segreto di pulcinella. Si seppe poi che il Ministero della Difesa Padano aveva fatto non poche pressioni su quello italiano affinché si concedesse anche alla Magnifica valle avisiana di organizzare una propria autonoma milizia. Ormai era chiaro anche all’odiata Roma – succuba e defenestrata capitale – che la secessione e la frammentazione politica nazionale in atto, obbligava tutte le piccole realtà territoriali a dotarsi di una difesa locale. Fu così che alla fine le pressioni lombardo-venete esitarono positivamente. La fiaccante e rischiosa clandestinità protrattasi per lunghi mesi nelle foreste comunitarie era finalmente terminata e i volontari, prima di dedicarsi a tempo pieno alla causa, poterono scendere dai monti e riabbracciare la loro gente. Ora la valle aveva il suo esercito. Il comando provvisorio delle forze speciali fiemmesi venne assunto dal biumvirato Von Bòky – Tabanov. Due ex primule verdi irriducibili, di origine teserana, che, sotto false generalità, avevano combattuto con onore, girando in lungo e in largo per quell’Italia ormai sfasciata, pel solo eroico intento di cancellare l’onta dell’unità garibaldina. I fatti successivi a quel tanto atteso “riconoscimento” romano procedettero con sorprendente velocità. Con gran pompa e cinque salve di cannone il 28 giugno dell’anno 2008, a Cavalese, capoluogo del montanaro regno di Fiemme, si aprirono i festeggiamenti per la costituzione del corpo dei Kaiserjäger Fleimstaler Schützen. Il giorno seguente, 29 giugno 2008, festa di San Pietro, le milizie, guidate dal Von Bòky, sfilarono per la capitale del reame su carri agricoli modificati, trainati da possenti cavalli norici. L’arsenale in parata fu orgogliosamente esposto alla curiosità della paciosa popolazione. Su quei carri-armati infiorati per l’occasione parte degli armamenti – 3 archibugi e 7 moschetti ad avancarica più cinque cannoni tipo Waterloo – riuscirono, tra lo stupore generale, a fare la loro bella figura. Ai baldi miliziani freschi di “desmontegada”, i gioviali sudditi di quel piccolo reame tributarono giusti onori e gloria. Le due giornate di festa trascorsero piacevolmente con momenti commoventi e indimenticabili. Non mancò la santa messa (la profonda religiosità di quelle genti era nota persino a Roma), non mancarono le parole solenni e non mancarono i Giuramenti. Allo scopo capienti ampolle d’acqua del torrente Avisio, caricate su un basto e trasportate a mulo dal greto sin nella piazza centrale del capolugo, furono poi benedette nella chiesa restaurata dell’Assunta dall’appena insediato Papa-re di Cavalese. Banchetti e danze si protrassero sin tardi. A notte inoltrata, al comando dei due biumviri, le varie compagnie delle forze speciali dei Kaiserjäger Fleimstaler Schützen, stanche ma felici, illuminate da lanterne a petrolio, s’incamminarono in buon ordine verso i rispettivi presidi di passo San Lugano, di Moena, di Molina, di Pampeago e di passo Rolle. La valle da quella notte in poi si sentì molto più sicura.

Ario Dannati

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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Foto di Sabina

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