02/02/08

APPUNTI AL BILANCIO COMUNALE


Ciò che l’Ente pubblico fa dev’essere “metabolizzato” attraverso la conoscenza delle ragioni di quel fare e non subito acriticamente. Il “popolo sovrano”, che attraverso il voto delega i propri rappresentanti a “fare” avrebbe (ha!) in democrazia il dovere di verificare periodicamente che l’eletto operi secondo le aspettative in esso riposte e che hanno originato la delega concessa.
Il Consiglio comunale è un’opportunità (oggi purtroppo rara) in cui tale verifica è possibile. È il luogo ove vengono assunte le decisioni e dove si appalesa ciò che bolle in pentola, nonché ove è possibile sapere come il proprio rappresentante agisce e si comporta. Rinunciare a questa opportunità da parte dell’elettore trasforma la democrazia in oligarchia, l’eletto in despota, il Consiglio in un comitato d’affari. È importante dunque “riacquisire” il desiderio di curiosare nelle cose pubbliche (cioè di tutti e di ognuno al tempo stesso), di informarsi del come e del perché delle cose e dei fatti, di sindacare sull’operato degli amministratori, di esercitare il diritto di critica a ragion veduta e non sulla base del sentito dire. Perciò raccogliamo volentieri l’invito della consigliera di minoranza Giuliana Iellici a fare quest’appello ai lettori del blog e , contemporaneamente, proponiamo la lettura del seguente documento redatto dalla lista Civica per Tesero a commento del bilancio comunale di previsione 2008. Con la speranza, naturalmente, che in occasione dalla prossime sedute del Consiglio l’aula consiliare si ritrovi gremita di uditori.

CONSIDERAZIONI SUL BILANCIO DI PREVISIONE 2008

Ribadendo il nostro scontento per il ritardo con cui il bilancio di previsione è stato portato all’approvazione, preannunciamo la nostra astensione dall’approvazione dello stesso e ci permettiamo di presentare alcune osservazioni .
Si ricorda che il bilancio di previsione è il documento principale di ogni ente, simile al bilancio di una famiglia e deve contenere tutte le entrate e le spese che il Comune dovrà sostenere nel corso dell’anno e vengono definite le priorità finanziare e le priorità dei bisogni della cittadinanza, nella ricerca dell’interesse comune. Dalla relazione al documento contabile dovrebbero emergere gli obiettivi come ad esempio la coerenza con il programma amministrativo o il mantenimento degli standard qualitativi dei servizi erogati, nonché le strategie poste in essere per la razionalizzazione della spesa anche alla luce delle continue sollecitazioni sia a carattere provinciale che nazionale. Esaminando la relazione previsionale e programmatica allegata al Bilancio di previsione del nostro Comune, emerge invece solamente una mera elencazione di attività poste in essere dall’Ente senza alcun approfondimento o considerazioni su come recuperare risorse all'interno dello stesso bilancio aumentando la qualità e l'efficienza della spesa, con una gestione delle risorse più flessibile e incentrata sul conseguimento dei risultati.
Emergono anche differenze sostanziali fra la stessa relazione, il documento contabile e la relazione del revisore.
Laddove si parla di ICI, nella relazione vengono esposte sommariamente le voci relative al gettito delle abitazioni,senza distinzione fra le varie categorie di immobili e senza alcuna delucidazione sulle aliquote applicate e dimostrazione della congruità del gettito iscritto per ciascuna risorsa nel triennio in rapporto ai cespiti imponibili. Si ipotizza un introito di 650.000,00 con un recupero dagli accertamenti ICI evidenziato nella relazione del Revisore e non indicati nel bilancio pari a circa 70.000,00 euro. Più di un 10% di evasione, a distanza di oltre un decennio dall’applicazione dell’ICI è a dir poco sconfortante.
Le spese di personale incidono per oltre il 35% sul totale della spesa corrente contro una media regionale del 26%:
Trasferimenti, indennità di carica, e ripiano di perdite determinano l’utilizzo di un altro 30% del bilancio, lasciando poco meno del 25% per acquisto di beni e servizi e manutenzioni dei servizi essenziali, quali strade, rete di illuminazione, rete idrica integrata ecc.
Anche nella parte straordinaria la relazione dà per certa la costruzione di alcune opere – costruzione strade di bosco, pargheggi in via Mulini e in loc.Fossi – che a parte la spesa per la progettazione prevista per l’anno in corso non trovano indicazione nel piano triennale delle opere pubbliche, della successiva realizzazione nella programmazione triennale.
Non è spiegabile nemmeno la spesa per un nuovo “Progetto del Centro del fondo in previsione dei mondiali del 2013”. Infatti nella relazione previsionale si parla di “adeguamento degli impianti”. Se la sola spesa di progettazione ammonta a 80.000,00 euro come minimo questo adeguamento ci costerà 800.000,00 euro!!
Non viene specificato in cosa consisterà l’intervento del Servizio Ripristino e Valorizzazione ambientale per la zona nei pressi del laghetto di Lago al fine della riqualificazione ambientale dello stesso. Dato che è esistente un progetto preliminare è auspicabile che prima della realizzazione delle opere ne venga data informazione agli abitanti di Lago.
E’ auspicabile che trovi realizzazione anche la sistemazione della Via Colombi che di anno in anno viene riproposta.
Inoltre si chiedono degli interventi più forti, in materia di contenimento dei consumi idrici ed energetici intervenendo anche con contributi ai cittadini che dimostrano di aver adottato sistemi efficaci di risparmio energetico o idrico.

I Consiglieri della Lista Civica

ANTONACCI LAURA, CARPELLA ALBERTO, IELLICI GIULIANA, TONINI MICHELE , ZENI MAURIZIO

Tesero, 28.01.2008


31/01/08

CONSIGLIERE DI OPPOSIZIONE: UN MESTIERE INUTILE?


In Trentino i cittadini più attenti rimangono sbigottiti nell’osservare la leggerezza con la quale il Consiglio Regionale cancella dall’agenda dei lavori l’emergenza democrazia nei comuni: non solo abbiamo più di sessanta municipi privi di opposizione, ma dove questa è presente per lo più si è adagiata, rassegnata ad attendere la conclusione della legislatura. In alcuni casi, dove grazie a singole individualità rimane alto il valore della dignità del consigliere, si viene costretti ad accentuare solo l’aspetto del conflitto: sedute di consigli comunali abbandonate, toni forti e totale assenza di un momento propositivo. Quest’ultimo aspetto non è responsabilità dei consiglieri, ma delle regole costruite dal legislatore regionale in questi ultimi anni, regole che di fatto impediscono al consigliere di minoranza ogni agibilità e rapporto con i vari uffici comunali, che impediscono l’aspetto propositivo ed impediscono perfino il compito principale dell’opposizione, il dovere del controllo sugli atti amministrativi. La discussione sul bilancio preventivo è l’unica occasione che rimane ad un consigliere di minoranza per affrontare l’insieme di un progetto amministrativo diverso: non è possibile, neanche su aspetti secondari, modificare la struttura o qualche obiettivo del bilancio. La tornata amministrativa in valle di Fiemme è stata, ad essere benevoli, deprimente. In alcuni comuni, nei comuni-polvere, tutto è filato liscio, soffermandosi su chiarimenti riguardanti asfaltature stradali, arredi urbani o la sistemazione di un marciapiede. In quelli importanti, invece, ormai prevale la rassegnazione. Certo, le minoranze elencano parte del loro progetto alternativo, vedi Tesero o Predazzo, ma il tutto rimane inserito in uno stanco rituale, in un gioco delle parti che non appassiona e coinvolge più nessuno. Un primo dato unisce questi comuni: nonostante le dichiarazioni di Dellai sull’obiettivo strategico del partito territoriale è evidente come questi comuni, tutti, siano privi di autonomia decisionale. Ogni sindaco attende le decisioni dell’assessore provinciale di turno, per vedere se finanzia o meno un’opera; è costretto a ripetere da anni bilanci in fotocopia che si rileggono e strutturano con la stanca liturgia del copia-incolla, costruiti su progetti di massima (i libri dei sogni citati a Predazzo) perché si rimane in attesa dei finanziamenti della Provincia. Un secondo aspetto ancora più preoccupante riguarda la totale assenza di una lettura dei problemi veri della valle. Si scaldano gli animi sull’innevamento artificiale della pista della Marcialonga (fra tutti i comuni viene stanziato quasi un milione di euro) o per l’ampliamento di qualche area sciabile. Sulla mobilità, sulle questioni scolastiche, sulle politiche energetiche, sulle prospettive del turismo di montagna, le politiche culturali, invece, ognuno segue logiche proprie e cerca di assecondare i voleri del corpo elettorale al quale crede di dover rispondere. Non c’è anima, non c’è passione civile. I progetti condivisi fra più comuni, come viabilità o assistenza all’infanzia, si arenano nelle sabbie burocratiche, in quanto nessun amministratore li eleva a rango di priorità. Nella discussione sui bilanci non una parola viene dedicata al tema del lavoro (e questo in una valle dove certo non c’è disoccupazione, ma trionfano la precarietà e l’offerta di prestazioni a basso profilo professionale), non un accenno alle politiche per la salute, all’assistenza o alle politiche scolastiche. Una perla la troviamo a Carano, il comune che ha realizzato il più importante impianto provinciale di produzione di energia fotovoltaica in zona Calvello. In pochi anni questo impianto avrebbe dovuto venire ammortizzato dei costi di costruzione e funzionamento e avrebbe potuto fornire energia a basso prezzo ai suoi cittadini. Le cose sono andate ben diversamente: infatti il sindaco, non avendo concordato e contrattato la realizzazione con il Servizio energia della Provincia, in assenza dei previsti contributi, si trova a dover ammortizzare il costo dell’opera in tempi lunghissimi, quindici anni se tutto andrà bene, con tempi che cadranno proprio nell’imminenza di dover ristrutturare l’impianto dovendo investire ulteriori risorse economiche. In una simile situazione era pura utopia pensare ad un confronto che arrivasse solo a sfiorare le ormai prossime comunità di valle. I sindaci di Fiemme-Fassa, in gran segreto e fra non trascurabili tensioni, stanno discutendo dei prossimi statuti delle comunità, del loro avvio. Ma non una parola dell’argomento è rimbalzata nei consigli comunali. E’ questo un segnale che dimostra come il progetto riformista dei territori trentini imposto dalla Margherita si riveli fallimentare, una caricatura degli attuali comprensori, un progetto per nulla sentito e vissuto dai territori. ll capolavoro del degrado democratico delle nostre municipalità è comunque stato costruito a Cavalese, grazie all’inventiva del sindaco Walter Cappelletto che ormai in più occasioni ha dimostrato la sua assoluta incapacità di sostenere il confronto con opinioni diverse dalle sue o da chi lo regge, di rispettare i diversi ruoli interni alle istituzioni. Dopo oltre un’ora di stucchevole e ragionieristica presentazione del suo bilancio, visto che aveva la parola, come ha dichiarato di suo, ha approfittato dell’ingenuità di un consigliere di opposizione che aveva lasciato agli atti la sua relazione di minoranza. Negandogli il diritto di illustrare preventivamente il documento, si è permesso di criticarlo con un sarcasmo che più volte è scivolato nel puerile. Oltre venti minuti di inutile a aggressivo intervento e si è ritrovato con le minoranze costrette ad abbandonare l’aula e ad evitare, perché offese, ogni confronto sul bilancio. Anche nel bilancio di Cavalese si trovano poi gli stessi limiti riscontrati negli altri grandi centri della valle: bilancio fotocopia, gonfiato da realizzazioni lontane nel tempo e da presunte alienazioni di beni come terreni ed edifici, assenza di obiettivi strategici che riguardino la qualità del vivere o della cultura. In pratica, un bilancio di sopravvivenza, basato sull’ordinaria amministrazione e che raccoglie dalla Provincia qualche sollecitazione, specie sul tema del risparmio energetico. Dimostrando poi, su questo tema, un’assoluta incapacità progettuale. Il mese di dicembre ha così dimostrato ancora una volta la fragilità, l’inconsistenza della democrazia nei nostri comuni. Se non si riescono a mantenere percorsi corretti all’interno di una istituzione, immaginiamoci poi come questi amministratori possano ampliare il loro raggio ed investire nella democrazia partecipata, nella costruzione di bilanci più condivisi, o almeno compresi dai cittadini. Circa due anni fa il Consorzio dei Comuni Trentini, su sollecitazione dei presidenti dei consigli comunali di Trento (Pattini) e Cavalese (Zini), avevano promosso un interessante convegno che aveva messo in evidenza molti dei limiti qui presentati. Ottenuto il riconoscimento della indennità ai presidenti, tutto è ricaduto nella palude: i contenuti emersi sono ormai evaporati e le promesse dei due consiglieri sono destinate a rimanere indirizzi privi di ogni concretezza ed azione. La distanza del cittadino dalla politica non cresce solo a livello nazionale, ma anche nei nostri comuni. E nel caso nostro le responsabilità ricadono tutte sul sistema istituzionale voluto e creato dalla Margherita trentina, da Dellai in prima persona. Lo si va ripetendo ormai da anni: 223 comuni in una realtà come quella provinciale sono una follia, la negazione della democrazia, la negazione dei diritti dei cittadini.


di Luigi Casanova (QT 01/08)

29/01/08

CONSIGLIERE DI CHI?


A proposito del ruolo e della valenza del consigliere comunale nella nostra piccola realtà paesana – di cui ci interrogavamo su questo blog qualche giorno fa – pubblichiamo l’intervento di Alberto Carpella, della lista Civica per Tesero, presentato il 28 gennaio 2008 dallo stesso consigliere comunale di minoranza in occasione dell’ultima seduta consiliare.





Tesero, 28 gennaio 2008

Egr. Sig. Sindaco
Egregi Consiglieri


Vorrei portare alla Vostra attenzione le motivazioni che mi hanno indotto a rassegnare recentemente le dimissioni dalla Commissione Urbanistica e dalla Commissione per il centro storico.
Si tratta di una decisione che vuole essere una presa di posizione verso un atteggiamento irrispettoso del Sig. Sindaco verso i membri della minoranza apostrofati ufficialmente come irresponsabili per il fatto di aver concordato una linea di condotta critica sulle modalità di approccio alla definizione del bilancio comunale di previsione; in sostanza il rifiuto a partecipare ad un incontro, promosso dall’Amministrazione Comunale per il giorno 18 dicembre, per esaminare l’impostazione del bilancio medesimo e della relazione programmatica 2008-2010.
Tale presa di posizione, depositata e protocollata in data 17 dicembre, prende spunto da quanto informalmente (e qui sottolineo la parola per evitare equivoci) comunicato dal Sindaco nella seduta di consiglio del 28 novembre circa l’approvazione del bilancio entro la data del 31 dicembre;
alla luce di questa scadenza e della ravvicinata data di convocazione della riunione era logico domandarsi quale funzione abbia il regolamento di contabilità comunale che prevede scadenze ben precise tra l’approvazione in giunta, la comunicazione di deposito e l’approvazione in Consiglio; il mancato rispetto dei termini del regolamento sembra sia diventata in questi ultimi anni una prassi amministrativa;
la riunione veniva dunque a configurarsi come una semplice occasione per una presa d’atto di un documento già ampiamente impostato, suscettibile al più di piccoli ritocchi; ne è prova il fatto che lo stesso giorno della prevista riunione la Giunta comunale ha approvato il bilancio.
Fatta questa debita premessa per inquadrare il contesto delle mie considerazioni, io penso che in democrazia ognuno abbia il diritto di esprimere, anche con toni decisi, le proprie ragioni; altrettanto sacrosanta è la possibilità di replica.
Quello che non accetto è il termine con il quale il Sindaco, nella risposta comunicata al Capogruppo, qualifica i membri della lista “Civica per Tesero”, e quindi anche il sottoscritto.
Penso di essermi sempre rapportato con coerenza ed impegno a svolgere il ruolo di consigliere, sia per quanto riguarda i lavori del Consiglio Comunale che quelli delle commissioni di cui ho finora fatto parte.
Rimandando pertanto al mittente l’ appellativo “irresponsabili” che ritengo offensivo, colgo l’occasione per manifestare il mio personale disappunto verso lo slittamento a gennaio dell’approvazione del bilancio. Il Sindaco afferma che le colpe non ricadono sull’Amministrazione; ciò mi meraviglia non poco. E’ troppo facile scaricare su altre e non ben precisate persone tale rinvio.
Il Sindaco afferma altresì che l’opposizione si è sempre estraniata dal collaborare alla stesura del bilancio nonostante le continue aperture della maggioranza in tal senso.
Mi chiedo quali siano state tali aperture, quante volte l'Amministrazione abbia convocato la minoranza nei termini di regolamento per una discussione in merito: tutto avviene all'ultimo minuto, quando tutto è già deciso e rimangono solo le briciole per soddisfare altre proposte.
Le possibili occasioni di confronto su temi di una certa importanza sono sistematicamente ridotte alla sterile discussione nel Consiglio dove per la minoranza non esiste nessun margine di proposizione.
Se per aperture il Sindaco intende l’approvazione della convenzione con il Difensore Civico dopo quattro anni di sollecitazioni da parte della minoranza, scusatemi ma ne faccio volentieri a meno.
D’altra parte ricordo chiusure totali (vedi recentemente un no secco ad introdurre nel regolamento ICI la possibilità di considerare ai fini della detrazione per la prima casa un numero di pertinenze superiore ad una) o impegni non rispettati (vedi la puntuale riproposizione di un orario di convocazione del consiglio che non trova riscontro con quanto unanimemente concordato in precedenza); mi rendo conto che sono questioni di poco conto ma tanto basta per creare una situazione di insofferenza.
Il ruolo della minoranza nel nostro paese (come d' altra parte in altre realtà amministrative) è di semplice comparsa, buona quando condivide ed approva le scelte dell' Amministrazione e da censurare con forza ogni qualvolta si permette di dissentire.
Le mie dimissioni dalle commissioni consiliari sono la manifestazione di questo stato d’animo: se poi, a fronte di un impegno portato avanti con coerenza, devo riscontrare come, e qui mi riferisco alla Commissione Urbanistica, molte decisioni assunte all’unanimità dai componenti vengano successivamente stravolte per decisioni calate dall’alto, il quadro di questo deterioramento dei rapporti è completo.
Non so se in futuro ci sarà spazio per appianare queste divergenze; in ogni modo cercherò di onorare fino in fondo e con il massimo impegno il mandato che mi è stato assegnato.

Alberto Carpella
Consigliere comunale della lista
“Civica per Tesero”

28/01/08

REGALATECI UN INTERVALLO


Non smetteranno mai di scherzare se non li fermeremo. Mi riferisco alle recenti «performance» politiche bianche rosse e verdi. E mi sembra già di vederli insorgere a denunciare il qualunquismo di tutti quelli che proprio non ce la fanno più a credere, sopportare, ascoltare. Vorrei gentilmente inviare qualche improperio bilaterale o omnilaterale, tanto per non fare confusioni né esclusioni, a tutti quegli uomini che parlano di sé invece che di noi, del loro futuro invece che del nostro. Vorrei dedicare un’altrettanto gentile maledizione ai loro colpevoli e conniventi amplificatori cartacei e audiovisivi dai quali viene loro concesso di urlare e sbracciarsi nel tentativo di spacciarsi per difensori dei nostri interessi. Vorremmo avere il diritto alla non informazione per un momentino piccolo a piacere. Desidereremmo restare in pace durante una pausa di riflessione. La loro intendo. Qualcuno potrebbe prendersi del tempo per rivedere autocriticamente le proprie credenze sulle definizioni di dignità, sincerità, fedeltà, cultura, dovere, disinteresse, educazione, eleganza, saggezza. Magari aiutandosi con un bigino della Repubblica di Platone, sia politici che politologi che chiacchieratori di politica, potrebbero migliorare forma e contenuto delle dissennatezze che riproveranno a raccontarci. La mia è un’invocazione all’intervallo. Intanto che qualche pecorella pascola sullo schermo, intanto che «i pagliacci» si rifanno il trucco in camerini e transatlantici, noi, nei liquami del foyer del teatrino, abbiamo il dovere primario di non affogare e quello di impedire la prossima riapertura del sipario sulla stessa scena. Almeno i loggionisti devono essere in grado di dimostrare pesantemente un dissenso conclusivo. Ciò che è intonato e giusto lo sanno tutti, sia i giusti che gli ingiusti. In politica, ogni certezza diventa un po’ più incerta e il senso di giustificazione può, incolpevolmente, essere ampliato fino al limite ultimo della legalità. Il politico, cultore della pratica della mediazione e del compromesso, si può concedere ampi spazi, ma non può prendere in giro «chicche e ssia», come diceva Totò. Altrimenti non sarà odiato soltanto dall’anarchico e dall’individualista, ma da tutti. Mi vien voglia di sperare che non si riaffacci nessuno, con camuffamenti costituzionali, a reiterare inefficienza, quando va bene, o disastri, se la dea si sbendasse. Non mi abbandona un presentimento. Non smetteranno mai di scherzare se non li fermeremo. E se qualche intelligente mi vuole zittire, sono a disposizione.

Mina 27/01/2008

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

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Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

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SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

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