22/10/08

NOI, AGENTI DELLA SFIDUCIA


Ci inculcano l'imperativo categorico della fiducia, i responsabili della Grande Truffa. Banchieri internazionali, speculatori di Borsa, industriali ingrassati a furia di aiuti statali, mafie corporative, casta politica, opinionisti a libro paga dei poteri forti, consorterie private spacciate per istituzioni mondiali (Fmi, Banca Mondiale, Wto): tutti intenti ad ammannirci la loro fede. Vogliono farci credere che il loro interesse è anche il nostro, e ci invitano a rimettere in moto il meccanismo della fiducia. Perchè noi come loro siamo schiavi. Ma noi più di loro, visto che siamo gli asini da soma che devono correre mentre loro stanno in groppa. Il ciuco, però, prima o poi s'incazza. E li disarciona. Le bestie da lavoro e da consumo sono invitate a continuare a sgobbare e svenarsi. Dopo che il capitalismo all'ultimo stadio - la finanza dei derivati e dei mutui subprime, del leverage senza controllo e degli hedge fund-cavallette - ha dilapitato i nostri soldi, i governi si arrogano il diritto di salvarlo rimettendo le mani nelle nostre tasche. Fondi straordinari a favore delle banche, assistenzialismo di Stato, stampa di moneta gravata da debito: il circo ricomincia. Uguale a prima. Peggio di prima. Perchè a ogni ulteriore indebitamento la bolla s'ingigantisce. Non solo, ma d'ora in avanti, con questa riedizione di politiche keynesiane e stataliste, l'intreccio perverso fra politici, banchieri e grande industria si fa ancora più stretto e legittimato a manipolare i risparmi della gente per seguitare a fare i loro comodi. Tutto in nome della fiducia nel sistema. Ma noi di questo sistema non ci fidiamo più da quel dì. E allora lanciamo un appello: alla sfiducia. Bisogna avere sfiducia in chi non ha fatto altro e non vuole fare altro che usarvi per i propri affari e per il proprio potere. Noi saremo gli agenti della sfiducia. Quando sapete che un tizio è un truffatore, cosa fate? Per il bene di voi stessi e, se avete ancora un briciolo di senso civico, di quello del vostro prossimo, andate a dirlo, anzi a gridarlo in giro: quello ci rovina tutti! Bene, lo stesso si deve fare con la macchina politico-economica che proclama di agire per conto nostro. Sicuro che lo fa: nel senso che lucra al posto nostro e col sudore nostro. Allora tutto ciò che contribuisce a spezzare l'incantesimo di massa di una fiducia cieca e irrazionale, che ha dato innumerevoli prove di mettercelo là dietro pretendendo per giunta la nostra incondizionata approvazione - tutto quello che smaschera, demistifica, destabilizza la certezza idiota nei piani che piovono dall'alto sulla nostra pelle, tutto questo va salutato con favore e simpatia. Gli agenti della sfiducia possono rendere il loro gradito servizio a diversi livelli. Alcuni più bassi, altri più elevati. C'è chi denuda la pochezza arraffona degli eletti del popolo, pardon dei nominati di partito: Gianantonio Stella, Sergio Rizzo. C'è chi denuncia il malaffare e le collusioni criminali della classe dirigente: Marco Travaglio, Peter Gomez. C'è chi mette in luce la follia della crescita economica infinita: Serge Latouche, Maurizio Pallante. C'è chi fa opera di controinformazione, a latitudini differenti e secondo sensibilità politiche anche distanti: Marco Cedolin, Maurizio Blondet, Giulietto Chiesa, Milena Gabanelli e pochi altri. C'è chi agita l'opinione pubblica, facendo da semplice ma efficace megafono al risentimento popolare: Beppe Grillo. C'è chi sgomina la banda dei rapinatori finanziari con analisi da mozzare il fiato: Marco Della Luna, Marco Saba e altri ancora. C'è chi semina pensiero non conforme al dogma unico del mercato e della felicità stracciona: Franco Cardini, Alain De Benoist, Marco Tarchi, Carlo Gambescia, Costanzo Preve, giusto per fare i primi nomi che ci vengono in mente. Per non dire, naturalmente, del "nostro" Massimo Fini. E c'è chi inizia ad avvedersi che idee adatte al nostro tempo sono necessarie come il pane, lasciandosi alle spalle gli schematismi e le mummie ideologiche del passato (per esempio un Bifo Berardi che attacca la democrazia rappresentativa, per dirne uno). Qualcuno storcerà il naso a leggere questi nomi mischiati assieme. Tutti loro hanno limiti, compiono errori, hanno una visuale più o meno larga o più o meno miope. Taluni, persino, possono essere in buona ma anche in cattiva fede. Ma messi come stiamo, non ce ne facciamo un problema. Ognuno di loro, infatti, porta un rivolo d'acqua al fiume della sana e liberatoria sfiducia nel sistema. E potrebbero essere annoverati fra i loro involontari compagni d'azione anche coloro che si oppongono al pensiero dominante blaterando ancora di ideologie otto-novecentesche come il comunismo, il fascismo, l'anarchia eccetera eccetera. Non importa, l'importante, oggi, è smuovere l'aria pietrificata che soffoca la nascita di idee nuove. Essenziale, ora e nei prossimi anni, è far circolare tutte le possibili fonti di risveglio delle coscienze. Certo, secondo un grado di consapevolezza che via via si restringe a seconda dell'impegno civile, delle letture, della passione politica e, ahinoi, del poco tempo che tutti abbiamo per coltivare lo spirito di libertà. Chiaro che al sistema stesso conviene la facile indignazione del popolino per i privilegi dei parlamentari, mentre di ben altri guai è costellato il nostro mondo. Ma è sempre che vento che soffia sul fuoco, e il fuoco va alimentato perchè non si spenga. Siamo in guerra, ragazzi. In guerra contro un nemico inafferrabile e insidioso: il mito, sapientemente fatto introiettare fin da piccoli, che non esiste altro dio all'infuori di questo modello di vita. E invece un'altra vita, più umana e libera dall'ossessione economica, è possibile. Abbiate sfiducia, dunque.

Alessio Mannino

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