11/08/08

LA CARTINA DI TORNASOLE


Stasera il Consiglio comunale di Cavalese deciderà se concedere alla società Funivie Alpe Cermis l’autorizzazione alla realizzazione, a monte dell’abitato di Masi, di un bacino per l’innevamento artificiale delle piste, della capienza di 30.000 metri cubi. Una decisione che le cronache dei quotidiani locali di ieri annunciano “sofferta”. Da tempo infatti, un comitato civico si sta opponendo con tenacia a quella ipotesi. Sulla pelle di questa valle sono passate la tragedia di Stava e quelle del Cermis. La memoria storica, per fortuna, non ha abbandonato del tutto le menti di chi qui vive. E la paura che la pervicacia possa offendere nuovamente gli dei, nemmeno. La questione all’ordine del giorno è in ballo da circa 8 anni e nel frattempo le pressioni esercitate sui cittadini della frazione di Cavalese, per rompere il fronte del dissenso, immaginiamo siano state forti. Ciò nonostante il 63% della popolazione della frazione, dando prova di un inusuale coraggio civico, ha aderito anche alla seconda petizione promossa dal comitato, ribadendo la propria contrarietà alla nuova opera. Pur tuttavia, il sindaco Cappelletto, che a suo tempo aveva garantito il rispetto della volontà popolare, di fronte alla (inaspettata?) prova di forza della sua gente, ha cambiato idea. Secondo il primo cittadino (che, guardacaso, fa parte anche del consiglio di amministrazione della società funiviaria) ci sarebbero ampie garanzie di sicurezza in merito e poi…ne va del futuro economico del paese e dell’intera valle. Un "refrain" mai udito prima!
Noi ricordiamo al signor Sindaco gli obiettivi che la Fondazione Stava 1985, della quale anche il Comune di Cavalese è socio fondatore, si è data:
mantenere la memoria storica della catastrofe del 19 luglio 1985 in Val di Stava, del 9 ottobre 1963 in Longarone e del 3 febbraio 1998 della funivia del Cermis in Cavalese e, comunque, di disastri dovuti all'incuria dell’uomo;
rafforzare la cultura della prevenzione, della corretta gestione del territorio e della sicurezza, la cui mancanza è stata causa di queste ed altre catastrofi.
Ma altresì gli ricordiamo che all’epoca anche i bacini di Prestavel erano stati ritenuti sicuri. E parimenti il monte Tòc nella valle del Vajont. Anche allora, dietro le forti spinte degli interessi economici, fior di commissioni tecniche, composte di professionisti di chiara fama, avevano garantito, giurato e spergiurato che non ci sarebbero stati problemi! Poi però…
Comunque, a prescindere dalle ragioni di sicurezza, qui ne va del senso più profondo delle parole dette, scritte, ripetute all’infinito e amplificate dai media locali e nazionali. Che ad ogni anniversario, ora a Tesero ora a Cavalese, rimbombano nelle orecchie di chi sordo e immemore non è ancora:
“CHE MAI PIÙ IL PROFITTO PREVALGA SUL RISPETTO DELLA SACRALITÀ DELLA VITA E SULLA DIGNITÀ DELL’UOMO. MAI PIÙ…”
Per questo osiamo sperare che questa sera quel monito possa aleggiare nella sala consiliare del capoluogo fiemmese e che, come in una nuova Pentecoste, piccole fiammelle tremolanti scendano a illuminare di saggezza i consiglieri comunali. E alla fine, per una volta, la volontà dei rappresentanti del popolo riesca a coincidere perfettamente con quella dei rappresentati
.

L’Orco

3 commenti:

  1. Premetto che il tutto non riguarda l'articolo sopra citato. Un mio commento lo voglio lasciare riguardo il "Vapore acqueo" rilasciato dalla ditta Misconel...Possibile che la mattina a Tesero non si possano aprire le finestre per arieggiare ritrovandosi infestati di odori nauseabondi del "vapore acqueo" (cosi l'han definito con il grosso cartello sopra il camino dell'asfalto).Ma non esistono delle leggi a riguardo?Dobbiamo prima o poi ammalarci tutti?? Saluti

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  2. La situazione apparentemente semplice (chi sarebbe così pazzo da costruirsi un'altra Stava sopra la testa?), è molto più complessa.
    Il consiglio comunale di Cavalese ha preso la sua decisione. E sappiamo qual è. Dicevo, la situazione è molto più complessa. Il tuo, caro Orco, è un rifiuto di principio basato su alcune valide argomentazioni. Che si può condividere, oppure no. Tralasciando per un attimo la dignità umana, che un giorno si elogia e difende, e il giorno dopo si calpesta, il problema sembra essere il profitto. Uscita dalla Guerra la Val di Fiemme e il Trentino hanno fatto una scelta strategica: il turismo con tutte le sue conseguenze, positive e negative. Perchè il profitto sia profitto di tutti posso solo consigliare al comitato anti-bacino di Masi di seguire tutto il processo di costruzione e gestione dell'impianto. Di fare delle perizie autonome se necessario. Di continuare a interessarsi. Probabilmente ne guadagnerebbero molto di più, che da un semplice no. Economicamente e umanamente.

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  3. Nella classifica degli odori nauseabondi, a Lago il primo posto spetta sicuramente all'insilato della stalla del petol.
    Ciao!
    Paolo

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LE OCHE E I CHIERICHETTI

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TESERO 1929

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PASSATO

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ANCORA ROSA

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