11/06/08

TORTURE GALLEGGIANTI


Se avesse riguardato la Russia o la Birmania la notizia sarebbe apparsa su tutte le prime pagine dei più importanti giornali italiani. Trattandosi ovviamente dell’amico Bush e degli alleati americani (ancora più “intimi” con il nuovo governo di centrodestra), per scoprire qualcosa bisogna addentrarsi nelle nebulose pagine interne. Lo scoop è rivelato dal quotidiano londinese Guardian, che di giornalismo serio evidentemente se ne intende. Il rapporto choc rivela che in almeno 17 navi militari americane che solcano le acque degli oceani si trovano “presunti” terroristi da torturare e umiliare, allo scopo di estorcere informazioni nell’interminabile lotta al terrorismo internazionale. Una specie di “Guantanamo galleggiante”. Questa pratica assolutamente illegale e terrorista, applicata su vasta scala dal “democratico” Bush almeno dal 2001, ha coinvolto più di 50.000 detenuti (ma c’è chi addirittura afferma 80.000). L’indiscrezione è trapelata da un rapporto di Reprieve, un organizzazione non governativa britannica che si batte per la difesa dei diritti umani. Un portavoce della marina militare Usa ha smentito seccamente: “Non ci sono prigioni sulle navi americane”. Come a dire: vi siete inventati tutto. Da parte sua l’avvocato Clive Stafford Smith, responsabile legale della Ong, ha dichiarato al Guardian: “Gli Stati Uniti detengono per loro stessa ammissione, 26 mila persone in prigioni segrete”. E conclude: “E’ ora che l’amministrazione americana riveli chi è questa gente, dov’è e che cosa è stato loro fatto”. I detenuti vittime di torture e violenze sono semplicemente “sospettati di terrorismo”, senza un giusto ed equo processo, in mancanza di qualsiasi incriminazione oggettiva. Quella portata avanti impunemente dagli Stati Uniti è una pericolosa operazione di terrorismo internazionale e di non rispetto dei diritti umani sanciti nella Convenzione di Ginevra. Ancora una volta dobbiamo constatare con amarezza che l’amico Bush e la cricca al potere alla Casa Bianca continuano a pontificare di democrazia e diritti umani, a condannare pubblicamente gli altri paesi che non si adeguano agli standard statunitensi, a minacciare di guerra chi vuole solo approvvigionarsi di energia nucleare per scopi civili (con le pericolose testate atomiche di Israele orgogliosamente rimpinzate dalle forze armate Usa) e nello stesso tempo continuano a violare essi stessi ogni minima regola morale, civile, umana e legale. “God Bless America”. Speriamo che Dio benedica anche i non americani.


Elia Banelli

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