29/06/08

FLEIMSTALER SICHERHEITSKORPS


La notizia, negli ambienti militari fiemmesi, circolava da tempo, rigorosamente sotto traccia. Ma anonimi delatori avevano pubblicamente segnalato strani movimenti di truppe in esercitazione notturna in diverse località della valle: a Malgola in quel di Predazzo, nei pressi di Barco, tra Panchià e Tesero, e financo a Cugola nel comune di Daiano. Il tam-tam fu rapido e in breve il top secret si trasformò nel segreto di pulcinella. Si seppe poi che il Ministero della Difesa Padano aveva fatto non poche pressioni su quello italiano affinché si concedesse anche alla Magnifica valle avisiana di organizzare una propria autonoma milizia. Ormai era chiaro anche all’odiata Roma – succuba e defenestrata capitale – che la secessione e la frammentazione politica nazionale in atto, obbligava tutte le piccole realtà territoriali a dotarsi di una difesa locale. Fu così che alla fine le pressioni lombardo-venete esitarono positivamente. La fiaccante e rischiosa clandestinità protrattasi per lunghi mesi nelle foreste comunitarie era finalmente terminata e i volontari, prima di dedicarsi a tempo pieno alla causa, poterono scendere dai monti e riabbracciare la loro gente. Ora la valle aveva il suo esercito. Il comando provvisorio delle forze speciali fiemmesi venne assunto dal biumvirato Von Bòky – Tabanov. Due ex primule verdi irriducibili, di origine teserana, che, sotto false generalità, avevano combattuto con onore, girando in lungo e in largo per quell’Italia ormai sfasciata, pel solo eroico intento di cancellare l’onta dell’unità garibaldina. I fatti successivi a quel tanto atteso “riconoscimento” romano procedettero con sorprendente velocità. Con gran pompa e cinque salve di cannone il 28 giugno dell’anno 2008, a Cavalese, capoluogo del montanaro regno di Fiemme, si aprirono i festeggiamenti per la costituzione del corpo dei Kaiserjäger Fleimstaler Schützen. Il giorno seguente, 29 giugno 2008, festa di San Pietro, le milizie, guidate dal Von Bòky, sfilarono per la capitale del reame su carri agricoli modificati, trainati da possenti cavalli norici. L’arsenale in parata fu orgogliosamente esposto alla curiosità della paciosa popolazione. Su quei carri-armati infiorati per l’occasione parte degli armamenti – 3 archibugi e 7 moschetti ad avancarica più cinque cannoni tipo Waterloo – riuscirono, tra lo stupore generale, a fare la loro bella figura. Ai baldi miliziani freschi di “desmontegada”, i gioviali sudditi di quel piccolo reame tributarono giusti onori e gloria. Le due giornate di festa trascorsero piacevolmente con momenti commoventi e indimenticabili. Non mancò la santa messa (la profonda religiosità di quelle genti era nota persino a Roma), non mancarono le parole solenni e non mancarono i Giuramenti. Allo scopo capienti ampolle d’acqua del torrente Avisio, caricate su un basto e trasportate a mulo dal greto sin nella piazza centrale del capolugo, furono poi benedette nella chiesa restaurata dell’Assunta dall’appena insediato Papa-re di Cavalese. Banchetti e danze si protrassero sin tardi. A notte inoltrata, al comando dei due biumviri, le varie compagnie delle forze speciali dei Kaiserjäger Fleimstaler Schützen, stanche ma felici, illuminate da lanterne a petrolio, s’incamminarono in buon ordine verso i rispettivi presidi di passo San Lugano, di Moena, di Molina, di Pampeago e di passo Rolle. La valle da quella notte in poi si sentì molto più sicura.

Ario Dannati

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