25/03/08

UNA, DIECI, CENTO "SANDY"


La professione di vigile urbano è da annoverare tra quelle ingrate, per intraprendere le quali, onde non trovarsi poi nei marosi dei conflitti interiori, occorrerebbe avere la vocazione, come per il prete, il medico, il maestro. Queste ultime non a caso erano, una volta, professioni che oltre a una deontologia rigorosa, avevano anche una distinzione formale che le appartava dalle altre.
Un buon vigile dovrebbe saper dirigere e all’occorrenza anche reprimere, ma non solo. Il vigile con l'utenza dovrebbe avere un rapporto al tempo stesso autoritario e autorevole. Dovrebbe tenere le distanze. Comunicare anche ma nel senso educativo. E soprattutto, quando servisse, saper reprimere. Ma, si sa, reprimere è verbo cattivo, che la controparte ovviamente non gradisce. Siamo tutti convinti di essere nella necessità…, di non poter fare a meno…, di non aver tempo per…, e così il caos dilaga, il vizio si fa fisiologico, e l’anonima “tiesera” si sente in dovere di difendere la comunità cui appartiene, giustificandone i comportamenti più assurdi. In un intollerabile e infantile crescendo di insubordinazione, al cospetto di provvedimenti amministrativi appena appena “penalizzanti”, la cittadinanza si scaglia inviperita contro gli stessi. Adducendo ragioni... irragionevoli! Noi, che da tempo ci siamo messi in gioco e che non temiamo di essere additati (di nascosto ben inteso), riguardo alla nuova viabilità informiamo i lettori del blog che in proposito avevamo suggerito all’Amministrazione comunale di Tesero di agire su più livelli. Il primo, fondamentale, quello della revisione dei sensi di marcia e dell’istituzione di alcuni sensi unici. Cosa questa che dal 10 dicembre 2007 è stata effettivamente attuata. E come abbiamo già detto più volte il miglioramento all’interno del paese vecchio, in particolare nella fascia oraria serale-notturna, è evidente. Il secondo livello, altrettanto importante, per cui speravamo la Municipalità si attivasse, è quello culturale. Spiegare cioè all’utente il senso di tutto ciò. Il perché si è concepito e quindi attivato un nuovo piano viario, e perché sono state proposte determinate soluzioni anziché altre. Fatta salva la presentazione pubblica promossa dall'Amministrazione il 7 dicembre 2007 presso la Sala bavarese del Teatro (disertata dalla stragrande maggioranza della cittadinanza), ci sarebbe ancora da lavorare in modo capillare. Molti hanno percepito tutto come un’insensatezza con intento punitivo. Occorrerebbe che l’assessorato alla cultura si mobilitasse in questo senso, per esempio producendo un breve vademecum da trasmettere a tutte le famiglie del paese. Il terzo livello infine riguarda i controlli: la polizia municipale inizialmente ha lasciato correre (com’era giusto che fosse) cercando di far metabolizzare direttamente all’utenza la nuova viabilità. Ora però, tre mesi dopo l’avvio e mancando il secondo tassello strategico sopra citato al punto due, i furbi se ne stanno approfittando. I controlli non sono stati fatti all’inizio ma non si stanno facendo nemmeno adesso. Ci dicono che l’organico del Corpo consortile dei Vigili urbani, quantunque costi alla cittadinanza di Tesero la bellezza di 102.000 euro l'anno, sia sottodimensionato. Però se vogliamo veramente dare un seguito positivo all’intrapresa bisognerà riuscire a dirottare parte degli uomini disponibili nelle operazioni di controllo. C’è poco da fare, è necessaria una presenza più puntuale sul campo. E ci vuole anche inflessibilità. La tolleranza è già stata concessa. Altrimenti il senso del tutto, appunto, non viene capito! E poiché, come scrivevamo all’inizio, per fare determinate professioni serve la vocazione, per fare ed essere Vigile urbano con la V maiuscola non bastano la panda e la divisa se poi ci si confonde titubanti tra la folla. Non è questa la fattispecie del vigile che potrebbe servire alla causa. Ci vuole anche il coraggio: almeno quel tanto da non chiudere gli occhi e da applicare con giustezza il Codice della Strada. In verità quell'agente c'è ed è l'unico che abbia le qualità che fanno al caso nostro. È una donna. Non conosciamo il suo nome, ma nelle osterie del paese, viene chiamata “Sandy”. Lì dove, eccezion fatta che per il calcio, le discussioni vertono quasi esclusivamente su motori, nuovi modelli d’auto e racconti di eroiche furberie stradali, questo nome evoca immediatamente inflessibilità e rigore e quando quell’agente si aggira lungo le strette contrade del paese i cronici indisciplinati piombano nel panico. Ci vorrebbe un mese di Sandy. Anzi, ci vorrebbero 10, 100 Sandy per un mese. Distribuite strategicamente lungo i percorsi riformati. La gente allora comincerebbe a capire. Certamente comincerebbe a capire. Si, siamo sicuri. Capirebbe eccome!

L’Orco

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