25/04/07

Le previsioni dei climatologi: "Arriva un futuro di alluvioni e siccità"

Per capire come il clima sta cambiando, immaginate una linea retta che tagli a metà il Mediterraneo: al di sotto sarà sempre più secco, al di sopra sempre più piovoso. E non saranno le piogge che conosciamo: intense ma brevissime d’estate, lunghe ma tenui nelle mezze stagioni. Saranno piogge intense e di media durata.
Quei 50 millimetri d’acqua che cadevano in una settimana, sempre più spesso ci piomberanno addosso in un giorno. E non c’è terreno che riesca ad assorbire questa massa d’acqua in tempo reale. Questo scenario arriva dall’Università della California, che alla VI Conferenza sui cambiamenti del clima, in questi giorni all’Aia, ha mandato una squadra di punta per fornire ai politici, che dovranno decidere la politica ambientale, i dati tecnici su cui ragionare.
Della squadra americana fa parte anche il geochimico Ray F. Weiss, esperto nell’elaborazione di modelli climatici.
Professor Weiss, questo ripetersi sempre più frequente di disastri naturali ci deve far pensare che è arrivato il momento in cui la natura, ripetutamente maltrattata, presenta il conto?
"E’ molto improbabile che nel cambio di clima non ci sia lo zampino umano. E’ vero che la vita è mutamento e la Terra passa incessantemente da ere fredde a ere calde, ma questa volta il cambiamento è troppo rapido per essere del tutto naturale. Comunque abbiamo fatto le nostre verifiche".
E l’ipotesi della variabile-uomo regge?
"Regge, eccome. La Terra ha fatto un brusco scatto della temperatura verso l’alto a partire dalla fine della II Guerra Mondiale, con un’ulteriore accelerazione negli Anni ‘90. La grande variabile climatologica di questo periodo è l’immissione massiccia di anidride carbonica nell’atmosfera, conseguente all’attività industriale. I vulcani e il ciclo solare sono elementi destabilizzanti minimi in confronto ai gas residui della forsennata combustione di carbone e petrolio per produrre energia. Sono questi che inducono l’effetto serra e il conseguente riscaldamento".
E’ corretto pensare che il disastroso autunno nel Nord Italia sia un effetto dell’inquinamento atmosferico?
"Anche il principe Carlo pensa che l’alluvione in Inghilterra sia il contrappasso delle attività umane. Noi climatologi, però, non ragioniamo in termini di questo o quel singolo evento, ma di tendenza generale. Le variabili ci sono sempre state, un’alluvione di per sé dice poco. Ma il trend attuale è il riscaldamento: lo dicono i termometri, ma anche i ghiacciai che si ritirano. E una delle conseguenze del maggior caldo è l’abbreviazione del ciclo dell’acqua, che evapora e ricade sulla Terra in tempi sempre più rapidi. E, noi prevediamo, in modo sempre più tempestoso: una quantità sempre più alta di pioggia sarà di natura alluvionale".
E’ tempo allora che gli uomini si attrezzino per fronteggiare il cambiamento, visto che questo comunque è in atto?
"Il clima è come una grossa una nave, che impiega molto tempo a partire e molto tempo a fermarsi. Non possiamo pensare che, se anche di colpo diventiamo virtuosi, cioé riduciamo i consumi di energia riducendo così i gas coinvolti nel cambiamento di clima, tutto torna come prima. Non è così. L’anidride carbonica resta nell’atmosfera per più di un secolo. E allora non resta che pianificare il futuro, tenendo conto di come sta cambiando il clima. Non ha più senso trattare come emergenze degli eventi che stanno diventando la norma. La questione, al punto in cui siamo, non è se il clima cambia, o cambierà, in risposta alle attività umane, ma quanto cambia, a che velocità e dove".
I catastrofisti vedono imminente un disastro universale, gli ottimisti sostengono che la Terra è sopravvissuta a sovvertimenti di ogni genere e se la caverà anche questa volta. Lei da che parte sta?
"Io provo a ragionare. E’ vero che l’uomo non è la prima specie vivente che modifica l’ambiente e il clima. L’hanno già fatto, ad esempio, le alghe: milioni di anni fa modificarono la composizione dell’atmosfera, introducendo l’ossigeno. La conseguenza di quello che noi oggi chiameremmo "inquinamento dell’aria" fu la scomparsa dalla superficie della Terra dei microrganismi che respiravano zolfo e la comparsa delle forme di vita che respiravano ossigeno. Anche domani ci saranno perdenti e vincenti".
Lei ha una ricetta perché l’uomo sia tra i vincenti?
"Risparmiare energia o produrla dal vento, dall’acqua e dal sole. Oggi abbiamo le tecneologie per non inquinare. Il problema è politico, non più scientifico. E poi bisogna fare meno figli. Nel 1930 sulla Terra c’erano 2 miliardi di uomini, adesso sono 6, e tutti consumano energia e ne vogliono consumare ancora di più. Triplicati nell’arco di una vita! Una crescita del genere non è più possibile. Il clima non è una variabile indipendente. Il clima siamo anche noi".
di Marina Verna

24/04/07

SICCITA' E STUPIDITA' (Lettera a Luca Mercalli)

Pregiato dottor Mercalli, mi capita di tanto in tanto di vederla in televisione la domenica sera e di apprezzare i commenti che spesso Lei associa alle previsioni meteo vere e proprie. Noto l’amara ironia con cui a volte conclude il (troppo) breve spazio che la trasmissione le concede, come ieri sera a proposito della preoccupante persistenza della siccità e del Po che cala a vista d’occhio, mentre il Governo, “tranquillamente”, promette…di abbassare le tasse!
Condivido pienamente con Lei lo sconcerto per questa leggerezza della politica, per questo continuo rimandare le decisioni da prendere (ovviamente impopolari) che lo stato delle cose imporrebbe invece venissero prese con urgenza. Recentemente ho visto “Una scomoda verità” di Al Gore. Il film-documentario, che dal punto di vista cinematografico non è granché, impressiona invece per i dati che ben mette in risalto. Stiamo davvero ballando sul baratro e, come nel film viene ironicamente esemplificato, ci stiamo comportando come la rana che adagiata nell’acqua di una pentola che si sta lentamente riscaldando si lascia bollire senza reagire. Detto questo mi chiedo e Le chiedo come sia possibile che ogniqualvolta si propongono esempi sul come contribuire a ridurre l’accumulo vieppiù insostenibile di anidride carbonica – principale responsabile dell’effetto serra – ovverosia sul come risparmiare singolarmente energia, si arrivi sempre agli esempi delle lucette stand-by dei televisori, all’acquisto di elettrodomestici ad alto rendimento, alla sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a basso consumo, eccetera. Sia chiaro che anche questi accorgimenti meritano la massima considerazione, ma certo mi permetto di far osservare che il più clamoroso ed evidentissimo spreco d’energia nel nostro opulento Occidente origina dalla auto-mobilità: incessante, ipertrofica, spesso inutile o addirittura assurda. E se con riferimento a quella commerciale vi sono “giustificazioni” di ordine politico-economico, nel caso di quella privata le ragioni dell’abuso sono da ascrivere a motivi di ordine prettamente “culturale”. Qui in provincia di Trento, da dove Le scrivo, risulterebbe che l’ auto-mobilità è responsabile per il 30% delle emissioni di gas serra complessive. Io credo che tale percentuale sia abbastanza sottostimata e che si possa attribuirle un buon 35-40% della colpa. In ogni modo, anche se fosse responsabile “solo” per il 30% sarebbe davvero il caso di parlarne diffusamente e con sistematicità, tanto almeno da bilanciare le martellanti indecenti campagne pubblicitarie pro automobile che con la frequenza di 2 spot su 3, 24 ore su 24, istigano ad un “consumo” di mobilità privata vergognoso. Temo però che dietro questo ingiustificato silenzio nei confronti dei danni causati dall’auto-mobilità si nasconda una malintesa idea di libertà e soprattutto l’inconfessabile, generalizzata, narcisistica necessità di distinguersi e farsi notare, ben sintetizzata dalla locuzione “Lei non sa chi sono io!”, che proprio l’automobile, status-symbol per eccellenza, permette comodamente di ostentare.
Gradirei, tempo permettendo, un suo gentile parere in merito.

La ringrazio e le porgo cordiali saluti.


Euro Delladio

Tesero, 23 aprile ’07
LA RISPOSTA di Mercalli
Gentile Signor Delladio,

lei è stato molto gentile a inviarmi i suoi pensieri che io condivido totalmente (insieme a molta frustrazione) .
Non so cosa dirle, se non che continuo a utilizzare i miei 3 minuti come gutta cavat lapidem.

Tutto ciò che lei ha così ben sintetizzato è peraltro contenuto nel mio libro "Le mucche non mangiano cemento" scritto insieme a Chiara Sasso, vedere:
www.meteoshop.it

Consiglio pure la lettura de "I nuovi limiti dello sviluppo" di Meadows & Randers, 2006, Oscar Mondadori.

un cordiale arrivederci (sabato 28 anche su Ambiente Italia, ore 14,45 RAI3, argomento siccità) e, per quanto possibile, teniamo duro

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

Archivio blog