10/12/07

AL ROGO, AL ROGO!


Venerdì 7 dicembre ’07 ore 22,43. Davanti all’ “Osteria della Luna piena” due uomini, circondati da alcuni uditori, discutono animatamente. Di tanto in tanto un passante attraversa la scena.

Girolamo: –“…ma che cazzo scrivi? vergognati! Come osi parlare di cose e di persone in quel modo così esplicito e irriverente! Trovati un altro passatempo. Lascia perdere…”

Qualche giorno dopo in una stanza scarsamente illuminata qualcuno sta vergando una lettera.

Caro Girolamo (preferisco non chiamarti col tuo vero nome, potrebbero capire chi sei) ti confesso che l’altra notte non ho dormito. Quelle tue parole mi sono rimbombate per lunghe ore nella testa. Non capivo come proprio tu ti fossi scandalizzato così, per così poco. La discussione che abbiamo fatto davanti all’ “Osteria della Luna Piena” (è meglio non nominare nemmeno il nome di quel bar) dopo la presentazione del nuovo piano della viabilità di San Giuseppe Vesuviano (anche citare il nome del paese è rischioso, uso pertanto un nome di copertura) mi ha davvero scosso. Sinceramente non mi aspettavo di trovarti così cambiato. E ancor di più non mi aspettavo di trovarti così violentemente contrario a quanto scrivo. Eri diverso vent’anni fa. Anch’io, per la verità. Chissà cos’è che fa cambiare così radicalmente le persone (tanto da non riconoscerle affatto) in così poco tempo: forse il matrimonio, o forse il lavoro, la società, oppure le frequentazioni… boh? Sta di fatto che ho passato una notte agitata e insonne, pressappoco come quella trascorsa da Don Rodrigo dopo l’elogio funebre in memoria del conte Attilio, conclusosi a bagordi, ubriaco di vernaccia, all’osteria (Alessandro Manzoni – I Promessi Sposi – capitolo XXXIII). Nel mio sonno turbato non riuscivo a capire (anche perché non eri stato affatto esplicito nella reprimenda) quali fossero le cose scritte così tanto esecrabili che ti hanno così profondamente indignato. Ah, scusami, esecrabile puoi sostituirlo con condannabile: dimenticavo che mi rimproveravi anche l’ostentazione di termini troppo difficili!... Mi hai paragonato (senza citarlo, ovviamente) addirittura al protagonista del celebre romanzo di Stevenson “Lo strano caso del dottor Jakyll e mister Hide”, nientedimeno che un uomo dalla doppia personalità!! Un mostro! Un orco appunto. Un nome, un programma… Insomma il tuo giudizio finale non ammetteva appelli. In altri tempi per molto meno sarei finito al rogo!
Fortunatamente, dopo qualche giorno di nausee, vomiti, stordimento e prostrazione, sto cominciando a riprendermi e mi è tornata voglia di scrivere e di ragionare un po’ nel merito delle tue contestazioni. Dici appunto che ho due personalità delle quali intuisco che per te quella oscura e misteriosa prepondera: scrivo sì cose condivisibili (in piccolissima parte) ma soprattutto scrivo cose davvero vergognose. Mi rimproveri anche di essere un osservatore dei costumi di questo paese, non sia mai! cosa per te intollerabile e inammissibile. “… ma fregatene!” mi dicevi. E tanto altro ancora. Eh no, caro Girolamo, si dà il caso che i comportamenti dei singoli non siano neutri: sommati uno ad uno determinano la qualità del tutto. E un singolo cattivo comportamento sommato a mille cattivi comportamenti pregiudica il vivere non solo mio (e a me tanto comunque basterebbe) ma anche tuo. Naturalmente questa è la mia opinione e come tale può non essere da te e da altri condivisa. Ma non puoi impedirmi di esprimerla. Potresti contestarmela argomentando. Io, diversamente da te, ho scelto di dire ciò che penso apertamente rischiando l’impopolarità e, come mi profetizzavi, l’ “isolamento sociale”. Forse perché non abito in un castello isolato (ma non vedo perché per vivere tranquillo dovrei ritirarmi in un castello o cambiare paese) o forse, più probabilmente, perché non sopporto il qualunquismo, l’ipocrisia e non mi piace il verbo “fregarsene”. Pur riconoscendo (come diceva qualcuno) che a giudicare si fa peccato, se guardo e se penso, il comparare e il valutare spesso mi vengono automatici e involontari e non mi richiedono alcuno sforzo supplementare. Altro non so che dirti. Mi dispiace aver dovuto capire in questi mesi (anche grazie a te) quanto sia grande la distanza tra quel che penso (che ho sempre pensato) e quel che pensa probabilmente la maggioranza delle persone di questo paese, nonché quanto forte sia mediamente il peso del suo pregiudizio.
Concludendo, caro Girolamo, sappi che come per l’omeopatia l’antidoto è la stessa sostanza che scatena la malattia, così ora userò la parola per tranquillizzare quei lettori, te per primo, che hanno manifestato per questioni diverse e con modalità diverse sdegno, orrore, irritazione o più genericamente fastidio verso alcuni miei scritti. A scanso quindi di nuovi traumi ti informo che ci sono vari modi per evitare queste sgradevoli sensazioni, per esempio quello più semplice è non leggere: banale ed arrendevole opzione che non consente di comparare e forse arricchire il proprio modo di vedere.
Tralasciando qui di suggerirti altre e più fantasiose “istruzioni per l’uso” oso arditamente scomodare (poco, poco, poco) il padre della psicoanalisi, Freud, utilizzare alcune sue intuizioni per fare una sommaria analisi e vedere che cosa accade in realtà quando io lettore leggo un “pensiero” dell’Orco (o di chiunque altro) che mi irrita a tal punto da indurmi a infierire anche a sproposito contro di lui. E’ interessante scoprire che quei “fastidi” che io lettore provo altro non sono che stilettate ai miei punti deboli, negligenze o sconvenienti e involutivi comportamenti che tento (invano) di nascondere e così, per non riuscire a mediare tra me e me la cruda realtà, “uso” un testimone esterno come capro espiatorio delle mie “debolezze”.
A questo proposito aggiungo un particolare interessante: questo genere di lettore non ha mediamente una curiosità ad ampio raggio anzi, snobba la lettura per il piacere di conoscere fine e se stesso, seleziona invece con fare voyeuristico e forse pruriginoso solo ciò che lo porta a procurarsi una sfogo personale. Ecco perché ai lettori de La Casa dell’Orco (me lo hai confermato tu stesso) non interessano affatto gli articoli che trattano argomenti vari e interessanti di autori diversi da me proposti alla lettura, bensì, quasi esclusivamente, quelli scritti direttamente dal sottoscritto!

Un cordiale saluto.

L’Orco

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