24/11/07

QUESTIONI RESIDUALI?


Basterebbero pochi giorni di pioggia battente e di nebbie autunnali per vanificare notti e notti di cannoneggiamenti nella piana delle Noalacce: già con questa striminzita pioviggine la bianca boacia s’è parzialmente dissolta e con essa dio solo sa quanti kilowattora di corrente sono stati gettati alle ortiche. Ma fa lo stesso. Tra qualche giorno, se ritornerà il freddo la “guerra” proseguirà. È un refrain noto…
Lo so. Io penso male. Abbiate pazienza. Non ragiono in modo lineare. Scusatemi. Però dico: se indignarsi per “i costi della politica” oggi è la cosa “politicamente più corretta” che ogni cittadino responsabile cui stiano a cuore le italiche sorti possa fare, perché se oso incazzarmi anche per i 300 milioni circa di lire (detto in lire rende meglio l’idea) che ogni anno, ormai da 5 o 6 anni, il nostro Comune liquida alla Società Centro Fondo s.r.l. a copertura del buco prodotto, mi si risponde che non capisco? Cosa non capisco? Che dietro quel buco c’è un importante valore aggiunto che indirettamente distribuisce benessere su tutta la collettività? È così? E allora mi si spieghi dov’è questo valore aggiunto, chi se lo “intasca”, qual è la quota pro capite, eccetera, eccetera. Io non ne beneficio. Forse il cavalier Sfregola si, il signor Geometra si, il signor Albergatore si, il signor Scultore pure, ma io no. Lo giuro. Ergo: se il cavalier Sfregola da quel valore aggiunto ne trae un tot in più di speculazioni immobiliari, se il signor Geometra grazie ad esso elabora qualche nuovo progetto, se il signor Albergatore col medesimo aggiunge 41 pernottamenti a stagione, e se, infine, il signor Scultore, sempre grazie ad esso, riesce a vendere anche tre gnomi ed un cammello, che il buco se lo rattoppino loro. Perché devo farlo io, che invece, personalmente, causa quel valore aggiunto registro, diretti e indiretti, solo aggravi? Che per 1, o 10, o 100 beneficiari, la collettività tutta (me compreso), pur privilegiata abitatrice del paese dei presepi, debba sborsare 300 milioni di lire ogni anno, mi pare francamente eccessivo. Ah si, è vero, dimenticavo, la Società Centro Fondo s.r.l. è partecipata dal Comune. Quando fu costituita, ora ricordo, si cercò (e si riuscì) di far compartecipare il Comune nell’intrapresa, che difatti ogni anno partecipa senza il com alla “festa del risanamento”. Fu davvero una mossa strategica azzeccata, conseguenza dell’inguaribile patologia comunemente nota come “conflitto d’interessi permanente” cui da decenni (quattro per l’esattezza) le varie e succedutesi amministrazioni comunali di questo paese sono afflitte. Una furba trovata per scaricare la limitata responsabilità (e capacità) degli amministratori del Centro Fondo (s.r.l. appunto) sulla collettività. Tanto considerato, credo che voi, nostri eletti rappresentanti, avreste l’obbligo, se non istituzionale quantomeno morale, di verificare per bene come stanno le cose ed eventualmente, visto l’andazzo, proporre l’uscita del Comune da quella società. In ogni caso, cari consiglieri comunali, al di là di queste mie farneticazioni (perché, conoscendovi, sicuramente tali le considererete) sarebbe il momento di pensare oltre. Oltre la pigra convinzione che l’offerta turistica invernale nel fondovalle di Tesero (e di Fiemme) non possa prescindere dallo sci di fondo. Chi l’ha detto? I presupposti per cambiare ci sono tutti, proprio tutti (ambientali, climatici, economici). Fantasia, fantasia!

L’Orco

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