25/09/07

ATTENTI AL LUPO! ATTENTI AL LUPO!


Avvolti nell’iperinformazione quotidiana (giornali, radio, televisioni, internet) troviamo sempre più difficile discriminare tra vero e falso. Le innumerevoli fonti confondono. E il profluvio di parole e di immagini stordisce. Troppo spesso si reagisce col qualunquismo o col menefreghismo, accomunando l’autorevolezza alla ciarlataneria. Sforziamoci a distinguere!
Qui di seguito ecco un esempio di come una fonte autorevole abbia dovuto “difendersi” a mezzo stampa (L’Adige del 22/09/07) da un “attacco” politico senza capo ne coda.


Sono stato tentato di rispondere a Giorgio Grigolli («La paralisi dei troppi no», l'Adige 19 settembre) ma ho contato che in un articolo di circa 400 parole ha «affrontato» una decina di argomenti più altri sotto-argomenti, circa trenta parole per argomento: in trenta parole si possono lanciare solo slogan vuoti. Rispondere punto per punto avrebbe significato fare anch'io un minestrone indigeribile, di nessuna utilità al lettore e cittadino. Parlerò quindi di un solo argomento, il più importante dell'elenco: i cambiamenti climatici. Come spesso accade in Italia siamo riusciti a trasformare una occasione utile di dibattito e di informazione in un polverone. Mi riferisco alla conferenza sui Cambiamenti Climatici che si è tenuta a Roma. Il ministro Pecoraro Scanio parlando a braccio ai giornalisti ha tirato fuori numeri sbagliati riguardanti il riscaldamento della penisola italiana. I giornalisti (che peraltro non hanno un obbligo totale di verificare le dichiarazioni altrui) si sono buttati su questi numeri sensazionali. Franco Prodi, climatologo di fama internazionale, invece di soffermarsi sui moltissimi aspetti positivi della conferenza, si è appiccicato su quei numeri per sminuirla (invece di prendersela con chi aveva dato numeri sbagliati). Con questi modi si fa solo polverone e l'opinione pubblica, già frastornata dalla pesantissima decennale campagna di disinformazione delle multinazionali dell'energia, viene confusa e dirottata su aspetti non significativi e non-importanti per la nostra vita futura. Non c'è dubbio che le domande che si pongono i nostri lettori sono molto semplici: cosa è realmente successo nei cento anni passati? Cosa potrebbe succedere nei prossimi venti o cento? Si può fare qualcosa per ridurre i danni futuri? Domande semplici richiedono risposte semplici e precise - nei limiti in cui la nostra capacità di previsione lo consente. Tutto qui. E allora vediamo di dare risposte semplici. La scienza del clima è in progresso, come tutte le scienze. Come tutte le scienze non può dare certezze, ma può dare indicazioni utili nella vita pratica. Tra noi esperti possiamo litigare per un giorno intero se io dico che il riscaldamento globale sarà di tre gradi e l'altro dice di tre-virgola-uno. Ma dal punto di vista del vostro futuro tre e tre-virgola-uno sono la stessa cosa. Vi fa differenza se una macchina vi investe a 30 o a 31 chilometri l'ora? Detto questo, lasciate agli esperti di litigare sui numerini: per voi contano certe cose su cui sono tutti d'accordo (tutti nel mondo scientifico, non gli sceicchi che producono petrolio e che comprano l’informazione). Ecco le risposte semplici alle vostre domande.

1. La terra si sta scaldando.

2. La responsabilità del riscaldamento è nella massima parte dei gas-serra emessi dall'Umanità.

3. Il pianeta si scalderà ancora e l'ammontare del futuro riscaldamento dipenderà dalle decisioni che l'Umanità prenderà in materia di consumo dei combustibili fossili (petrolio, gas, carbone fossile).

4. L'Umanità potrebbe «adattarsi» al riscaldamento futuro se questo si mantenesse al di sotto dei 2 gradi (circa) di aumento rispetto ad oggi.

5. Per contenere il riscaldamento sotto questo limite, è necessario prendere da subito, e certamente entro i prossimi dieci anni, una serie di azioni (innovazioni tecnologiche e organizzative) volte a ridurre le nostre emissioni di gas-serra (e in definitiva a ridurre le nostre combustioni di combustibili fossili). Queste azioni sono conosciute come «mitigazione» del riscaldamento globale;

6. le conseguenze economiche del riscaldamento potrebbero essere distruttive per l'economia mondiale se si avessero aumenti di 3 o 4 gradi. Ci saranno ancora per molti anni personaggi ben identificati che vi diranno che i cambiamenti climatici non esistono: quando ve lo diranno ricordatevi del vento che ha fatto danni in varie zone del Trentino il 18 settembre. Vi diranno che due o tre gradi di aumento della temperatura globale faranno solo bene: ricordatevi dell'ultima volta che avete avuto la febbre a 40 - appena tre gradi sopra la norma. Vi diranno che il riscaldamento presente e futuro non è colpa dell'uomo: provate a mettervi sotto un piumone d'estate. È esattamente quello che stiamo facendo: stiamo mettendo un piumone di gas-serra su tutto il pianeta - pensate che non si scalderà? Vi diranno: fermi tutti, non facciamo niente, quando vedremo danni molto più gravi di quelli che abbiamo già visto, allora ci «adatteremo» alle nuove condizioni climatiche. Ma mi dite chi è l'imbecille che sapendo che la febbre sta salendo e che è dovuta a batteri che si stanno moltiplicando allegramente nel suo sangue decide di non prendere l'antibiotico: lo prenderemo solo dopo che la febbre sarà arrivata a 40? Le conclusioni le avete già tirate da soli: bisogna ridurre per quanto possibile e al più presto le nostre emissioni di anidride carbonica (cioè i nostri consumi di combustibili fossili) e degli altri gas-serra. Si può fare mettendo in atto al più presto nuove tecnologie (in tutti i settori - non pensate solo all'automobile) e nuovi modi organizzativi. Se lo facciamo in tempo, potremo conservare le comodità a cui siamo abituati. Come individui stiamo già facendo qualcosa, ma ora è necessario che la classe politica prenda iniziative sempre più forti e più decise.


ANTONIO ZECCA docente di Fisica del clima all'Università di Trento

1 commento:

  1. Il grottesco della questione ambientale sta nel fatto che alla natura non può fregar di meno se l'uomo inquina le sue acque o se brucia i suoi boschi. Un uragano, una piccola glaciazione o un terremoto e rimette tutto a posto, come o meglio di prima. Questo in barba a chi pensa che "per il progresso ed il benessere si potrà pur sacrificare......."

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