15/08/07

A FUTURA MEMORIA


Sappiamo che nascosti in qualche scrivania dell’Amministrazione comunale di Tesero si trovano abbozzati i progetti di fattibilità di alcuni posteggi che dovrebbero, nelle intenzioni dei fautori, risolvere il clamoroso problema del traffico all’interno del centro storico del paese. Tali abbozzi sono frutto e conseguenza di spinte emotive (forse anche di interessi professionali) e di luoghi comuni, secondo i quali mettere a disposizione di chi fa un improprio uso dell’autoveicolo di nuove infrastrutture di sosta in un determinato luogo (sotterraneo o in superficie che sia) garantirebbe il ritorno a una "mobilità accettabile” all’interno del paese. Noi crediamo invece che la ricerca della soluzione comporti da parte di chi amministra una più approfondita analisi della questione. Pertanto egregi amministratori di Tesero, ci permettiamo di sottoporre ecumenicamente alla vostra attenzione (maggioranza e opposizione, soprattutto però di quelli attualmente in possesso de le “ciave de l’olto”) i seguenti dati statistici.
Alla data del 31/12/2006 Tesero contava 2.752 residenti. Di essi 440 erano di età compresa tra gli 0 e i 18 anni e dunque non ancora autorizzati alla guida. Stimiamo (volutamente per eccesso) che la popolazione anziana di sesso femminile inclusa tra le classi che vanno dal 1910 al 1935 ammonti a 250 unità, e che di essa la totalità dei soggetti che la compone non sia mai stata patentata o non lo sia più. Stimiamo altresì (per l’identico intervallo temporale) che dei maschi solo 50 circa non siano più titolari di abilitazione a guidare. Orbene, da quanto sopra, procedendo nella nostra artigianale statistica otteniamo che nel nostro paese le persone con patente e verosimilmente proprietarie come minimo di un autoveicolo sono 2012 circa. Procedendo ulteriormente, valutando le caratteristiche fisiche delle auto oggi in circolazione e considerando un ingombro medio di 8 metri circa per auto, avremo che la superficie complessiva occupata, accostando uno accanto all’altro i 2012 autoveicoli anzidetti e aggiungendovi i necessari spazi di accesso all’abitacolo e di apertura porte, sarà pari a circa 20.000 metri quadrati. Da questo conto della serva fatto sì col “rangón” (ma gratis!) risulta del tutto ridicolo pensare che costruire degli interrati per sistemare 100 o 150 auto qui o lì, o “recuperare” spazi interni all’abitato (sottraendo al paese gli ultimi scampoli di gran pregio paesaggistico come gli orti sotto l’ex caseificio, o quelli sovrastanti la canonica, o ancora il polmone verde del piazzale delle scuole elementari, eccetera) per trasformarli in altrettanti spazi di sosta per auto possa migliorare significativamente la viabilità paesana. Si consideri altresì che l’analisi del problema che abbiamo effettuato in circa 3 anni di osservazione quotidiana (pur fatta in casa e, ripetiamo, col rangón) dimostra inequivocabilmente che i comportamenti medi non sono affatto dovuti a necessità reali ma soltanto ad abitudini sbagliate che si sono trasformate dapprima in riflesso condizionato e poi in vero e proprio vizio. Qui di seguito ve ne diamo un breve saggio e capirete meglio quanto abbiamo appena detto. 1 - Verificato che il signor E (dietro ogni lettera alfabetica si cela una persona in carne ed ossa) dalla località Brüstol scende la via Stava ogni domenica mattina con un autocarro obsoleto e inquinantissimo per recarsi alla santa messa, lasciandolo in sosta vietata davanti alla porta della canonica, a cosa servirebbero gli ipotetici interrati di piazza Tombon? 2 - Verificato che il signor P ogni giorno da Caltresa fa il giro di tutti i bar del paese in furgoncino abbandonandolo ovunque nelle immediate adiacenze degli stessi esercizi, a cosa servirebbero gli ipotetici interrati di piazza Tombon o delle scuole elementari? 3 - Verificato che il signor G da via Rododendri scende la via Stava 25 volte al giorno per recarsi alla Casa della Cultura (ex Tessare) ed altrettante volte al giorno risale in via Rododendri, ammesso e non concesso che lo stesso signor G possa anche servirsi di tanto in tanto dei sotterranei di piazza Tombon o di quelli del piazzale scuole elementari, di quanto si ridurrebbe il disagio provocato dalle sue frequentissime “corse” per il paese? 4 - Verificato che il signor L da via Peros, per far cacare il cane, prende l’auto per attraversare il paese e recarsi alternativamente a Cerin o a Sorasass per 4 volte al giorno, a cosa servirebbero gli ipotetici interrati di piazza Tombon o quelli in superficie degli orti della ex malga? 5 - Verificato che il signor P da Soc tutti i pomeriggi prende l’autovettura per andare in biblioteca e la posteggia davanti all’ingresso del teatro, a cosa servirebbero i posteggi dell’ex caseificio? 6 - Verificato che il signor T da Soc per “restare in forma” ogni giorno attraversa il paese in auto o in moto, raggiunge Sorasass dove lascia il motorino o la vettura e prosegue a piedi sino a Panchià, a cosa servirebbero i posteggi anzidetti? 7 - Verificato che le giovani e atletiche signore X,Y,Z per mantenere la “linea” fanno a piedi il giro del paese ogni mattina all'alba e poi rientrate a casa, dopo la doccia di rito, percorrono in auto i 280 metri che separano le loro rispettive case dal bar più vicino per consumare il primo cappuccino della giornata, a cosa servirebbero le infrastrutture di sosta qui ipotizzate? 8 - Verificato che il signor G abitante in località Cerin proprio all'imbocco della circonvallazione, i cui interessi professionali gravitano soprattutto a Cavalese, per recarsi al e per tornare dal lavoro percorre tutti i giorni via Stava anziché appunto la circonvallazione, di quanto migliorerebbe la tranquillità del centro l'avere o non l'avere le anzidette nuove opere? E potremmo continuare con centinaia di altri esempi, tutti rigorosamente documentati da chi scrive. Tanto considerato, è evidente che la questione non si risolve con nuove infrastrutture. Di fronte a questi esempi di schizofrenia comportamentale collettiva la municipalità farebbe meglio a investire i denari per costruire una clinica di salute mentale piuttosto che costosissimi e inutili ricoveri per autoveicoli. Ve lo abbiamo già detto e ripetuto più volte, cari amministratori: con un siffatto numero di autovetture, essendo – lo diciamo per l’ennesima volta – esse in perenne movimento per percorrenze minime e con soste altrettanto limitate, il problema, se lo si vuole davvero risolvere va affrontato dal punto di vista “culturale”. Cercate di considerare bene i dati e ripensateci, prima che sia troppo tardi e che la "sindrome del colpo partito" vi faccia licenziare opere soltanto “perché da tempo c’erano i progetti nel cassetto”.

1 commento:

  1. Ho letto il tuo articolo "A futura memoria" , chiudo gli occhi e provo ad immaginare le strade e le piazze del C.S. di Tesero riservate ai soli pedoni e cicloturisti....non ci riesco, ed il pericolo, peraltro sempre più reale, è proprio quello di accettare con fatalismo l'evoluzione in negativo dei nostri paesini.
    Non servirà a niente, e nessuno se ne accorgerà, ma da domani il V.W.Caddy che uso per lavoro cercherò di lasciarlo in piazza C.Battisti invece di posteggiarlo in via Delmarco....... in fin dei conti una catena è composta da tanti piccoli anelli.
    Ciao Euro!!

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