13/04/07

PEDONI IN SICUREZZA

riceviamo e volentieri pubblichiamo il presente documento inoltrato ai sottoindicati indirizzi dal signor Mario Delladio



Spett.le
Consorzio di Polizia Municipale
Via Cauriol, 1
38033 CAVALESE

e p.c. Spett.le
COMUNE DI TESERO
Piazza C.Battisti
38030 TESERO


OGGETTO: Sicurezza stradale all’interno del centro abitato

A seguito di due gravi fatti accaduti il giorno 26 marzo u.s. a Tesero lungo la statale 48 in corrispondenza dell’entrata della fabbrica d’organi elettronici Delmarco, tra l’incrocio per la S.P.215 di Pampeago e l’imbocco di via Soc, sottopongo alla vostra attenzione quanto segue.
Poco prima delle ore 14 del giorno anzidetto un autocarro betoniera effettuando la curva sinistrorsa a velocità impropria e in sovraccarico, causava un forte ondeggiamento all’interno dell’autobotte che a sua volta provocava lo svuotamento sullo stradone di un significativo quantitativo di calcestruzzo liquido contenente acciottolato ghiaioso di dimensioni rilevanti. Fortunatamente in quel mentre nessun pedone era in transito sull’adiacente marciapiede e le conseguenze dell’accidente si limitarono alla sola lordura del piano stradale e del marciapiede, che successivamente vennero ripuliti da alcuni addetti del servizio strade della P.A.T. ivi sopraggiunti. Con analoga dinamica dopo circa 2 ore dal primo evento, un secondo autocarro, che a velocità sostenuta trasportava dei pannelli edili accatastati sul pianale inadeguatamente legati, “svuotava” nello stesso punto parte del carico, con un fragoroso rumore che si percepiva nettamente all’interno della fabbrica di cui sopra, ancorché fossero in funzione alcuni rumorosi macchinari. Il sottoscritto che in quel momento stava appunto lavorando con una piallatrice, udendo il “botto” dei pannelli scagliati sul marciapiede si precipitava all’esterno dell’opificio. Sul marciapiede e sullo stradone giacevano 5 o 6 pesanti pannelli e, a differenza dal primo episodio, in questo caso se in quel mentre qualcuno si fosse trovato a passare sul marciapiede le conseguenze per il malcapitato sarebbero state sicuramente molto, molto pesanti. Poco prima dell’increscioso accaduto stavo lavorando alla manutenzione di una ringhiera proprio sul marciapiede e nel punto preciso in cui giacevano i pannelli ma per mia fortuna un mio collega mi aveva richiamato in fabbrica per un lavoro urgente. Nel rientrare, sentendo alcuni ragazzi che vociavano lungo il marciapiede, mi riaffacciai dal piazzale che sovrasta lo stradone e vidi mio figlio ed un suo amico che stavano ritornando da una lezione di catechismo tenuta a Soc; colsi l’occasione per raccomandargli “scherzosamente” di non inciampare nella scala che stavo usando per tinteggiare la ringhiera, ignaro dell’incombente mortale pericolo che di lì a poco avrebbe potuto causare una tragedia. Comunque, passata la paura, ho ritenuto di dover informare dell’accaduto le mamme residenti nella zona che ovviamente si sono indignate, considerando che in quel luogo transitano ogni giorno parecchi bambini per recarsi a scuola e all’asilo. Dai fatti qui brevemente accennati molte considerazioni si potrebbero fare: che l’abitudine a trascorrere parte considerevole del proprio tempo in auto provoca sufficienza in chi guida e questo fatto, gravissimo di per sé, è sconcertante se riferito a chi esercita per professione il lavoro di autista; che troppi automobilisti considerano la strada come un luogo ad esclusivo “uso e consumo” dell’autoveicolo; che sarebbero oltremodo necessari controlli puntuali e insistiti da parte delle forze di polizia; che data appunto la situazione, andrebbero urgentemente promosse campagne di sensibilizzazione nei confronti di tutti gli utenti auto-motorizzati. Ma la considerazione più amara che qui voglio palesare è che in conseguenza della ormai generalizzata auto-dipendenza si percepisce ogni giorno di più quanto sia grande l’insofferenza degli automobilisti per i pedoni all’interno dei centri abitati, luoghi questi che dovrebbero invece essere prioritario appannaggio proprio della mobilità pedonale.

Cordiali saluti

Mario Delladio


Tesero, 3 aprile ’07

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