13/11/21

APPUNTI PER UN’INDAGINE

Dalla Lega delle origini, quella impersonificata da Umberto Bossi, eletto Senatur nel lontano 1987, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Dalla parola d’ordine “Roma ladrona, la Lega ti bastona” siamo arrivati, attraverso un percorso via via accelerato di occupazione del potere, a rinnegare i princìpi fondanti di quel movimento nato proprio per 'fare pulizia' del malaffare imperante nella politica italiana precedente a Tangentopoli. Dunque, il partito nato per mettere argine alle ruberie politiche e amministrative nell’Italia di fine millennio, giunto a ricoprire i più importanti scranni di comando dell’Italia settentrionale, ironia della sorte, è finito esso stesso per ‘cavalcare’ i vizi atavici di questa irriformabile nazione.

L’opaca vicenda non ancora conclusa del nuovo ospedale di Fiemme conferma, a nostro avviso, quanto appena asserito. I giochi legati all’ipotesi Mak iniziano infatti poco dopo l’insediamento nella 'stanza dei bottoni' degli ex 'bastonatori verdi' in Provincia (ottobre 2018). Lo si deduce da un articolo di Luigi Casanova pubblicato il 7 novembre 2020 su Questotrentino.

Scriveva Casanova “(…) Ma sul tema (realizzazione nuovo ospedale ai Dossi progetto Morosini n.d.r.) da due anni è caduto il silenzio. Finché l’ex consigliere comunale Carmelo Zini, in agosto (2020), presenta in Comune una interrogazione sul tema, cui il sindaco (Welponer n.d.r.) replica con una confusa risposta priva di senso. Zini chiedeva se avesse fondamento la notizia che la Provincia intendeva costruire un nuovo ospedale nel fondovalle, sui terreni dell’ex vivaio forestale e di alcuni privati. Questi privati erano stati interpellati dallo Scario della Magnifica comunità, Giacomo Boninsegna, per saggiarne la disponibilità alla vendita.

A quale titolo, a nome di chi? Sul discutibile agire dello Scario si attivano i regolani di Cavalese il 7 e il 17 settembre (2020) con due lettere indirizzate allo Scario e al Consiglio dei regolani, chiedendo conto del comportamento. Volevano trasparenza, specie sull’eventuale ruolo che la Magnifica veniva ad assumere nella vicenda. Solo nel febbraio 2019 la Magnifica aveva comprato i terreni dell’ex vivaio forestale, il più fertile delle Alpi, proprio dalla Provincia. Ma che senso aveva, per la PAT, riacquisire quanto pochi mesi prima era suo? Fatto sta che a gennaio 2020 si tenne una riunione nella quale Fugatti, dirigenti dell’azienda sanitaria, sindaci e Scario discussero della possibilità di spostare l’ospedale. Nessuna notizia era trapelata in valle, tutto segretato.

Lo Scario rispondeva alle due lettere in Consiglio solo il 13 ottobre. Questi i fatti da lui illustrati nella riunione. Nel dicembre 2019 la Provincia gli chiedeva di restituire parte dei fondi appena permutati (12 febbraio 2019) con la raccomandazione di tenere la notizia riservata. A gennaio la proposta veniva illustrata a Trento ad alcuni sindaci e amministratori della valle in presenza di due consiglieri provinciali locali (Piero De Godenz, UPT e Gianluca Cavada, Lega) senza che la Magnifica venisse coinvolta. Alcune giunte comunali, poche, venivano informate dai loro sindaci; nel frattempo lo Scario veniva contattato dallo studio tecnico Mak Costruzioni Srl per verificare a titolo personale la disponibilità dei privati a cedere i terreni. Lo Scario si è quindi attivato in tal senso. Un’azione che in una piccola comunità non poteva passare inosservata. Fatto sta che il Consiglio dei regolani viene informato della ipotesi solo il 19 agosto, dopo specifica domanda del consigliere di regola Franco Corso.(…)”




Pertanto, se alla cronistoria della vicenda appena ripresa dall’articolo di Questotrentino aggiungiamo le reticenze di Zanon sulla ormai famosa mail inviata nel maggio 2020 all’ex sindaco di Cavalese, Welponer, e le bugie insite nella risposta della sindaca Ceschini all’interrogazione del capogruppo di minoranza, Barbolini, inviata all’interrogante in data 22 giugno 2021 possiamo senz’altro affermare che dietro la probabile prossima mega colata di cemento all’Orto dei peci di Masi non ci sono soltanto i transleghisti 2.0 di Fugatti ma anche e, forse, soprattutto la nuova ‘cupola’ amministrativa locale, De Godenz – Boninsegna - Zanon – sindache di Tesero e Predazzo, irresistibilmente attratta dall’idea di poter esibire al mondo intero, già entro il 2026!, la nuova 'risorsa turistica' dal nome evocativo che pare uno slogan pubblicitario, La Città della Salute. Capace di garantire la piena capienza ricettiva anche nelle mezze stagioni, e che, grazie a una - a quel punto sì! - efficientissima nuova sanità privatizzata, curerà eccellentemente danarosi malaticci da accogliere nella valle verde per antonomasia, offrendo contemporaneamente ai familiari al seguito eccellenti opportunità di svago…

Forse, prima che i ‘giochi’ si chiudano senza possibilità d’appello e un altro pezzo di pregiato territorio del fondovalle fiemmese venga definitivamente sacrificato, un’occhiata alle carte l’Autorità giudiziaria farebbe bene a dargliela.

A.D.

09/11/21

UN CHIARO E ARGOMENTATO NO!

Due giorni dopo la pubblicazione del precedente post, col quale lamentavo tra l’altro il silenzio dei valligiani sulla questione ‘Ospedale di Fiemme’, ho trovato nel mio archivio file una lettera di Ruggero Vaia uscita su l’Adige lo scorso 17 ottobre. Mi scuso dunque con l’autore per la svista e (ri)pubblico, doverosamente, il suo intervento.

Ario



Egregio Direttore,

vorrei brevemente esprimere una personale opinione sulla vicenda dell'Ospedale di Fiemme che sta dominando la cronaca di valle sul Suo giornale. Qualche anno fa, ma sembrano decenni, la politica si impegnava a convincerci che gli ospedali "periferici" sono inutilmente costosi e poco specializzati: andavano ridotti a centri di salute diurni e i ricoveri andavano centralizzati nel più efficiente ospedale provinciale, anche in vista della realizzazione del grande Nuovo Ospedale del Trentino. Fino a pochi anni fa nei nosocomi di valle si stavano ancora smantellando interi reparti, finché l'Amministrazione provinciale ha cambiato rotta, stabilendo che gli ospedali periferici hanno un ruolo importante per varie specialità, che vanno quindi mantenuti e nel caso ristrutturati. Per l'Ospedale di Fiemme sito a Cavalese si è approntato un progetto esecutivo di ristrutturazione da circa 46 milioni di euro, quasi tutti già finanziati. Poi cambia la regìa in Provincia e - toh! - in Val di Fiemme pare serva una "Città della Salute" da realizzare sui pregiati terreni agricoli del fondovalle tra Lago di Tesero e Masi di Cavalese. I milioni per la ristrutturazione dell'esistente ospedale vengono revocati. La formula del "finanziamento di progetto" ("project financing", maledetto anglicismo di chi non sa l'inglese) lancia i costi in orbita: 120 milioni di euro! A chi la raccontano, questi politici, che sia indispensabile un tale sperpero per mandare i poveri malati a marcire di depressione nell'umidità del fondovalle, senza poter vedere il sole per 3 mesi all'anno? A chi la raccontano che si possa rinunciare all' "Orto dei pézi" dove crescono le piantine per il rimboschimento? Poi serviranno altri servizi: negozi, edicola, parcheggi, un albergo per i parenti che assistono i malati... E cosa ne sarà dell'attuale ospedale, che è pur sempre una grande struttura? Risposte zero. Chi sta nella stanza dei bottoni ha già deciso: si facciano girare i milioni. A pensar male si fa peccato, ma io penso male: credo che ci sia una forte propensione a spendere i denari pubblici in opere di edilizia, piuttosto che investirli nella vera necessità urgente: assumere medici e infermieri, che attualmente ‘ultralavorano’, perché sono pochi. È il personale la vera grande risorsa su cui la sanità trentina deve investire. È in malafede chi connette la realizzazione dell'ospedale, comunque sia, "all'appuntamento olimpico del 2026". Alle valli dell'Avisio serve un Ospedale di Fiemme efficiente sempre, non per una settimana o due con qualche atleta in giro! Ci siamo già cascati con le varie opere "urgenti per i mondiali" eccetera, ma ora i Sindaci devono parlare chiaro! Sono rimasti pochi i sempliciotti che si bevono la retorica delle "grandi sfide" per gli eventi sportivi: è meglio avere una sanità efficiente, per i cittadini, e che non sia sprecona. Quindi, auspico che i Sindaci di Fiemme e Fassa si ritrovino, presto, e ritrovino anche il senso del mandato della cittadinanza: dicano chiaramente che questo balletto con i privati è assurdo e fa perdere solo tempo e (tanti) soldi alla collettività.

Ruggero Vaia - Cavalese

07/11/21

SE 2 + 2 FA 4

Scrivo all’amico Gilberto Simonetti di Schio dopo aver letto e condiviso il suo pensiero a difesa del glorioso Ospedale di Fiemme e contrario all'ipotesi nuovo ospedale Mak & C. / Orto dei peci, pubblicato ieri su un quotidiano locale. Il suo intervento la dice lunga sulla qualità dei Fiemmazzi e della ‘nostra’ classe amministrativa. Possibile che nessun valligiano abbia sentito la necessità di esternare a mezzo stampa il proprio disappunto rispetto a questa nuova (eventuale) clamorosa speculazione immobiliare? Che nessun consigliere di minoranza (del silenzio di quelli di maggioranza ora è chiaro il motivo) delle municipalità fiemmesi abbia avuto nulla da dire in proposito? Che neppure il nuovo Scario, o almeno un regolano della Comunità, con i cui denari – ricordiamolo – venne costruita la struttura dei Dossi, apra bocca?

Caro Gilberto, la riunione del Consiglio provinciale di Trento di qualche giorno fa ha chiarito come stanno le cose. La mozione Cavada (Lega), votata dal consigliere di minoranza De Godenz (UPT) in contrapposizione alle altre mozioni di minoranza, conferma – se mai qualcuno ancora non lo avesse capito - che il Nostro è uomo di lotta (poco) e di governo (molto) e che l’input politico per la costruzione del nuovo ospedale Mak & C. è partito da qui.  Non si capirebbero altrimenti le “intraprendenze” dell’ex Scario Boninsegna e le reticenze del suo omologo Zanon (entrambi appartenenti alla 'scuderia' De Godenz). Quindi, democristianamente taciuta e nascosta l’intenzione alla popolazione, dopo aver a lungo tessuto la trama nelle segrete stanze e fatto combaciare ogni tessera del puzzle, si è pian piano usciti allo scoperto. Purtroppo, ora è certo. Si farà un nuovo ospedale, ma non ai Dossi di Cavalese. E a deciderlo - sia chiaro - sono stati gli ‘amministratori’ locali. Altro che “ma noi non sapevamo niente…”! Lo sapevano tutti! Tutti, nessuno escluso: dal Principal di Propian (probabile ideatore della “Città della salute”), ai vertici comunitari dell’uno e dell’altro ente, ai/alle sindaci/sindache della valle. Il don Abbondio Fugatti, che non per niente prende tempo con la barzelletta del Navip e cerca di completare la sua parte in commedia, nella vicenda probabilmente ha contato poco.  Il diktat, sotto ricatto dell’ormai trentennale arma di distrazione di massa, l’Evento sportivo mondiale, è partito da qui, proprio da Tesero. Siamo sempre i migliori, nessuno, da Stava in poi, può vantare un curriculum così entusiasmante. Insomma, quando le ruspe inizieranno a togliere il verde della piana dei Masi / Orto dei peci per far posto al mega cantiere   della cordata Mak, e via via l’attuale panorama muterà aspetto, sapremo chi ringraziare. 

Ario



P.S.

Caro Gilberto, ti anticipo quale sarà l’ultimo atto della commedia. Il Navip apparecchierà per bene la tavola. Fugatti, a quel punto, farà vedere le carte (come richiesto dalla Conferenza dei Sindaci fiemmesi, Cavalese escluso). Le amministrazioni comunali, targate De Godenz, (cioè tutte tranne Cavalese) si diranno soddisfatte. In ogni paese si convocherà il popolo (a Tesero presso la ‘Bavarese’), al quale sindaci/che illustreranno le proposte in campo. Quella ‘Mak’ sarà ovviamente di gran lunga la migliore e attuabile entro la fatidica data del 2026. Il popolo ascolterà in silenzio e converrà, alla fine della recita, che in fondo sì quella è la soluzione migliore. Finirà a tarallucci e vino con applausi, sorrisi e pacche sulle spalle. E Trento darà il via libera a Mak.

03/11/21

SI SALVI CHI PUÒ

Man mano che la nebbia si dirada e il quadro d'insieme si fa via via più fosco, una parte ancora minoritaria del Popolo, pur con imperdonabile ritardo, comincia finalmente a ridestarsi e a prendere coscienza del terrificante piano di trasformazione socioeconomico, nascosto dietro la cosiddetta pandemia, organizzato e preparato da tempo dall'élite neoliberista mondiale. Di certo, la tanto agognata immunità di gregge non si raggiungerà, ma, senza una pronta e generale reazione popolare, il gregge probabilmente farà una brutta fine.


Quarta lettera al Fatto Quotidiano (non pubblicata):

Egregio Direttore, onde non essere scambiato per un ‘intruso seriale’ premetto che sono un lettore della prima ora (quantunque non abbonato) del Fatto. Supposto che le mie tre precedenti mail non siano state pubblicate per il contenuto non conforme al racconto ‘ufficiale’ della pandemia Covid-19, con questa mia quarta e ultima breve lettera vorrei semplicemente suggerirle un libro. Pubblicato recentemente, scritto da Pasquale Bacco (patologo) e Angelo Giorgianni (magistrato) e prefato da Nicola Gratteri: Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19. Un lavoro di ricerca impressionante e documentato che sbugiarda senza possibilità di replica la narrazione quotidiana dei giornaloni (Corriere, Stampa Repubblica, ecc.) e, fatta salva qualche rarissima voce stonata, delle tivuone (Rai, Mediaset e La7).  Ecco, vorrei che Lei, assiduo frequentatore del ‘salotto’ della mia conterranea, coetanea e affiliata Bilderberg Lilli la Rossa – data l’impossibilità da parte mia di contattarla personalmente – glielo consigliasse, così poi, forse, la signora Gruber riuscirebbe a farsi una ragione del perché, dopo due anni di martellante, unidirezionale propaganda a reti unificate ci sia ancora gente che non crede agli asini che volano. E tanto vorrei facesse con il ‘suo’ rockettaro Scanzi e la ‘sua’ aspra e selvaggia Lucarelli (quella che i non vaccinati diventino poltiglia verde…). Infine, restando in argomento e a proposito di ‘salotti’ televisivi non capisco perché chi, come Lei, Cacciari e altri, non segua pedissequamente il binario unico dello storytelling impostato, debba immancabilmente premettere al suo argomentare: “Io sono vaccinato!” Quasi che, omettendo questa precisazione, il successivo ragionamento si trasformi ipso facto in eresia! Mi pare un segno di debolezza, una concessione pericolosa a un regimetto in divenire, la cui forza pervasiva dipende anche da questi dettagli.

E. Delladio - Tesero (TN)











 

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

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Foto Anonimo

PASSATO

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Foto Orco

ANCORA ROSA

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Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

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foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

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Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

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Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

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Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

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Foto di Euro Delladio

MINU

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